In Venezuela neanche il carnevale ferma le proteste.

Non si fermano le manifestazioni di protesta degli studenti venezuelani a cui si sono aggiunti vasti strati della popolazione ormai insofferente per la situazione economica e sociale.

All’ormai divenuto cronico problema della sicurezza personale si sono aggiunti in questi ultimi mesi le difficoltà crescenti ad incontrare generi di prima necessità di ogni tipo.

Gli scaffali dei supermercati a volte sono vuoti e resta inspiegabile la mancanza per esempio di prodotti nazionali come il caffè o più semplicemente i succhi di frutta o addirittura la carta igienica.

La politica dei prezzi giusti voluta dal governo, che fissa per i commercianti il margine di massimo guadagno, che in linea di principio dovrebbe essere un strumento per evitare le facili speculazioni, si sta rivelando una delle cause della sparizione dal mercato di vari prodotti.

L’atmomosfera del carnevale ha però contagiato anche la protesta e così quelle che in altri paesi in questo momento sono le sfilate delle maschere qui sono occasione per manifestare simpaticamente  in modo pacifico tutto il dissenso verso la politica del governo.

Intanto cade l'imputazione di terrorismo internazionale per la fotografa italiana fermata a Caracas nel corso di una delle manifestazioni di protesta che coinvolgono tutto il paese.

A Francesca Commissari viene comunque imputato il reato di resistenza a pubblico ufficiale, associazione  a delinquere, istigazione ala violenza.

La Console Jessica Cupellino sta personalmente trattando con le autorità venezuelane il rilascio della sfortunata fotografa, resta il fatto che in situazioni come questa bisogna muoversi con cautela e con tutti permessi in regola per quanto riguarda l’esercizio della professione giornalistica.

Questo però non giustifica in nessun modo la repressione attuata dalle forze di polizia,  a volte senza motivo nei confronti della stampa ,soprattutto di quella internazionale.

Gianfranco Di Giacomantonio  Caracas - Venezuela