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Dopo cinque anni si va verso una ripetizione del testa a testa fra Luigi de Magistris e Gianni Lettieri nella corsa a sindaco di Napoli, mentre il Pd, con Valeria Valente, è alle prese con una difficile rimonta su Lettieri e il M5S, con Matteo Brambilla, resta fuori la gara dei ballottaggi. Secondo gli exit poll, ai nastri di partenza del ballottaggio deja vu, questa volta l'ex magistrato e l'imprenditore scugnizzo, come Lettieri ama definirsi, si potrebbero presentare a parti invertite rispetto al 2011: il sindaco uscente chiude il primo turno in testa (con consensi intorno al 42%, secondo gli exit poll Ipr per la Rai) e Lettieri insegue (intorno al 24%).
Cinque anni fa fu il contrario: Lettieri chiuse in vantaggio il primo turno (38,52% e scese al 34,62% al ballottaggio) e de Magistris fu costretto a un inseguimento che lo portò dal 27,52% del primo turno a conquistare il Comune partenopeo con il 65,38%. La speranza di Lettieri è che quest'anno ci sia ancora una volta un capovolgimento delle posizioni.
Intanto il patron di Atitech, sostenuto da Forza Italia e da numerose liste civiche, incassa un primo risultato politico. "E' la prima volta, dal 1993, che a Napoli un sindaco uscente non viene confermato al primo turno elettorale", dice il suo portavoce, Tiberio Brunetti, che aggiunge: "ora comincia la sfida per il ballottaggio. Zero a zero, palla al centro". Dalla corsa forse resta fuori Valente (20%, ma sempre secondo gli exit poll) nonostante Matteo Renzi in persona sia venuto a Napoli a chiudere la sua campagna elettorale, penalizzata sicuramente dalle velenose polemiche interne al Pd dopo la sua vittoria alle primarie su Antonio Bassolino e, forse, da un'alleanza con Denis Verdini, anch'essa foriera di polemiche al vetriolo.
A dare voce alla speranza della deputata dem è il vicesegretario del partito, Lorenzo Guerini. "A Napoli - dice da Roma - abbiamo contezza della difficoltà di partenza ma anche lì si va a rilento con lo spoglio ma è possibile" Valente vada al al ballottaggio. Chi è sicuramente fuori dal ballottaggio è Brambilla: l'ingegnere brianzolo trapiantato a Napoli, tifoso della Juventus, si ferma al 10%, penalizzato forse da un voto disgiunto che ha portato voti grillini verso de Magistris. Brambilla è comunque soddisfatto "perché - dice - il M5S entra finalmente in Consiglio" dove "sarà una sentinella molto attenta e non permetterà più di mettere le mani sulla città". Anche a Napoli il primo partito è quello dell'astensionismo: l'affluenza alle urne si ferma al 54,14%, ben al di sotto della media nazionale (62,14%), in un trend che vede il capoluogo campano in costante discesa: dal 66,67% del 2006 al 60,33% del 2011.
Quelli che, invece, non appaiono assolutamente in discesa sono i veleni e le polemiche che, dopo aver caratterizzato l'intera campagna elettorale, non sono svaniti neanche nel giorno del voto, con la preoccupazione di brogli, disagi ai seggi (anche per la mancanza di cancelleria e le conseguenti lunghe file) e accuse reciproche fra gli opposti schieramenti.
I Verdi hanno denunciato episodi di compravendita di voti ("15 euro per un voto"); il Comitato Lettieri Sindaco ha parlato di "ronde di estremisti e antagonisti fuori dai seggi" per influenzare il voto; il Pd ha denunciato la presenza sul web di un facsimile spacciato come una scheda elettorale; e il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli (Verdi) ha riferito che il candidato Marco Nonno "offriva granite a tutti coloro che gli dicevano di averlo votato". La denuncia più grave è arrivata da una rappresentante di lista del M5S - A.S., di 34 anni - che ha riferito di essere stata minacciata di morte per aver segnalato la presenza di persone che distribuivano "santini" elettorali nei pressi di un seggio. A Salerno si annuncia l'exploit di Vincenzo Napoli (al 72% secondo la prima proiezione Ipr-Piepoli), nel segno della continuità con l'attuale Presidente della Regione Campania, mentre dovrà andare al ballottaggio l'ex ministro Clemente Mastella, candidato sindaco a Benevento.
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