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"L'unica cosa non di sinistra che abbiamo fatto è stata... vincere le elezioni".
La definisce "una battuta scherzosa", Matteo Renzi.
Ma in realtà quella che affida alla sua pagina di posta su l'Unità è una risposta affilata all'accusa più pesante che gli giunge dalla minoranza Pd, quella di avere spostato l'asse del governo e del partito a destra, lungo una china pericolosa che - avverte Gianni Cuperlo - potrebbe portare a una scissione silenziosa. Scissione e elezioni anticipate, sono le ombre che adombrano l'estate dei Dem.
Il voto, ribadiscono i renziani, sarebbe la conseguenza di una rottura sulle riforme, ma la minoranza non indietreggia:
"E' un'arma spuntata, perché sarebbe un suicidio per tutto il Pd".
Non parla del tema riforme, Renzi.
Avrebbe potuto cogliere l'occasione della rubrica settimanale di risposta alle lettere che gli inviano i lettori de l'Unità.
E invece sceglie di parlare di Expo: "Centomila persone al giorno. Viva l'Italia che non si arrende mai".
E di Rai, per ribadire la "competenza" dei nuovi vertici chiamati a "rilanciare i contenuti" e contrastare "l'insopportabile a retorica della società civile da contrapporre al partito (come se il Pd fosse società incivile)".