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Casu (PD) attacca duramente il ministro Zangrillo: norme discutibili e affermazioni controverse penalizzano migliaia di idonei ai concorsi pubblici in tutta Italia.
Il caso sollevato dai candidati idonei dei concorsi pubblici, rimasti ancora in attesa di assunzione nonostante il superamento delle prove, è esploso nel dibattito parlamentare dopo la denuncia rilanciata da Abruzzo24Ore.tv. Un'intera generazione, si legge nell’articolo, si sente “abbandonata e ignorata” dallo Stato.
Ad accendere i riflettori sulla questione è stato l’onorevole Andrea Casu, che a nome del gruppo parlamentare del Partito Democratico ha chiesto un confronto immediato con il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo:
“Intervengo per annunciare la richiesta di un’informativa urgente del ministro Zangrillo”, ha dichiarato alla Camera.
“Vogliamo un momento di confronto sull’azione di rinnovamento della pubblica amministrazione in atto nel Paese.”
Casu ha evidenziato i dati emersi durante i lavori in commissione:
“Sono numeri importantissimi: 350.000 assunzioni negli ultimi due anni, e un milione di pensionamenti previsti entro il 2033”.
Numeri che, secondo il deputato, dovrebbero aprire le porte a nuove assunzioni attraverso l’uso di graduatorie già esistenti, con scorrimenti e proroghe.
“Ci sarebbe tutta la possibilità e tutta l’opportunità per procedere con assunzioni immediate” – ha affermato – “ma il governo continua a insistere su norme assurde che bloccano gli idonei.”
La miccia che ha fatto esplodere il caso è stata una dichiarazione del ministro Zangrillo che, secondo Casu, avrebbe detto testualmente:
“Per me gli idonei sono bocciati ai concorsi.”
Un’affermazione che il deputato PD ha definito “gravissima”, aggiungendo:
“Non solo è sbagliata giuridicamente e politicamente, ma è un insulto a chi ha studiato, si è impegnato, ha superato tutte le prove e ora attende solo l’assunzione.”
Ancora più allarmante, secondo Casu, è l’idea del ministro di voler costruire una pubblica amministrazione dove si possa avanzare “anche senza studiare, anche senza procedure ad evidenza pubblica”.
“Questo è un pugno in faccia a una generazione intera e a chi già lavora con dedizione nella pubblica amministrazione.”
Casu ha annunciato una interpellanza urgente per chiedere al governo:
“Quanti sono i lavoratori entrati nella PA tramite scorrimento delle graduatorie?”
E ha aggiunto con durezza:
“Il ministro ha detto che queste persone non avevano titolo a essere lì. E invece ogni giorno svolgono il loro lavoro con passione. Dovremmo ringraziarli, non insultarli.”
Sulla questione è intervenuto anche il presidente dell’ANCI, Gaetano Manfredi, con una lettera indirizzata al ministro in cui si legge:
“È necessario un supplemento di riflessione sul limite all’uso degli idonei delle graduatorie concorsuali.”
Secondo l’associazione dei Comuni, infatti, il vincolo del 20% sta mettendo in difficoltà la programmazione del personale nelle amministrazioni locali.
Anche i sindacati hanno espresso forte preoccupazione. Secondo la Funzione Pubblica CGIL, le nuove regole sulle promozioni – che prevedono valutazioni interne dei dirigenti anziché concorsi – rischiano di aprire la porta a logiche clientelari:
“Così si mette in discussione il principio della trasparenza e della meritocrazia nel settore pubblico.”
Dal canto suo, il ministro Zangrillo ha difeso la sua visione di una PA “moderna e dinamica”, affermando:
“Nella pubblica amministrazione c’è una scarsa sensibilità al merito, che considero l’unico vero ascensore sociale.”
A proposito degli idonei, il ministro ha dichiarato di voler “valorizzare il merito e l’esperienza maturata sul campo”, lasciando intendere che le carriere non debbano più dipendere unicamente dai concorsi pubblici.
Casu ha chiuso il suo intervento con un’affermazione netta:
“L’unico vero non idoneo è il ministro Zangrillo.”
E ha lanciato un appello alla premier:
“Giorgia Meloni, quando era all’opposizione, twittava per chiedere scorrimenti. Ora che è al governo, ignora la questione. È inaccettabile.”