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Nel corso dell'udienza preliminare tenutasi a Caltanissetta, i figli del giudice Paolo Borsellino hanno avanzato richieste significative nel processo a carico di quattro agenti accusati di depistaggio delle indagini sulla strage di via D'Amelio. Oltre a chiedere la costituzione di parte civile, i figli del magistrato hanno sollecitato la citazione della Presidenza del Consiglio dei ministri e del Ministero dell'Interno come responsabili civili.
La richiesta di citazione come responsabili civili mira a coinvolgere le istituzioni statali nella responsabilità dei fatti contestati, ampliando così il campo dei soggetti chiamati a rispondere dell'operato dei quattro agenti. Tale mossa potrebbe avere rilevanti implicazioni giuridiche e politiche, sottolineando la necessità di un accertamento completo delle responsabilità.
Anche Salvatore Borsellino, fratello del giudice, ha avanzato una richiesta analoga tramite il proprio legale, rafforzando così la posizione della famiglia Borsellino nel processo. La strage di via D'Amelio, avvenuta il 19 luglio 1992, ha segnato profondamente la storia italiana, e le indagini su eventuali depistaggi rappresentano un passaggio cruciale per ottenere giustizia.
La prossima fase del processo vedrà l'analisi delle richieste avanzate e la valutazione della loro ammissibilità, con possibili sviluppi che potrebbero influenzare significativamente l'iter giudiziario.
L'udienza ha suscitato grande interesse mediatico, evidenziando la persistenza della famiglia Borsellino nel perseguire verità e giustizia per il tragico evento che ha strappato alla vita il giudice Paolo Borsellino e i membri della sua scorta.