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Nella tranquilla Via Cavour a Trento, il Bar Nettuno ha recentemente fatto i titoli non per la qualità del caffè, ma per un gesto di compassione senza precedenti da parte del suo proprietario, il 68enne Amedeo Gaudio. Giovedì scorso, oltre 1.300 euro sono stati sottratti dalla cassa del bar, ma ciò che ha veramente commosso Gaudio non è stato tanto il furto in sé quanto i messaggi lasciati dal ladro.
Il ladro, dopo aver forzato una finestra utilizzando un seggiolino da bicicletta e aver agito furtivamente, ha lasciato tre post-it sul bancone. "Scusami", "Mi servivano, per favore perdonami" e infine "Sono un tossicodipendente" erano le parole scritte in fretta e furia, segni di un'anima in difficoltà.
Amedeo Gaudio, originario di Salerno e residente a Trento da oltre trent'anni, ha vissuto molte esperienze gestendo vari bar. Questo furto, sebbene non il primo che abbia subito, è stato diverso. Gaudio ha visto oltre il crimine, percependo il disperato bisogno di aiuto del ladro. "Quei bigliettini mi hanno commosso", ha confessato al Corriere della Sera. "Dopo che avrà scontato la sua pena, se venisse da me chiedendo scusa, sarei disposto a offrirgli un lavoro".
Le telecamere di sicurezza del bar vicino hanno catturato l'incidente, fornendo agli investigatori le prove necessarie per identificare il colpevole. Nonostante il danno finanziario, Gaudio non ha risentimenti nei confronti del ladro, apprezzando il fatto che abbia cercato di limitare i danni nel bar. Ora spetta alle autorità localizzare il ladro e recuperare il denaro rubato.
Questo gesto di Amedeo Gaudio dimostra che, a volte, il perdono e la compassione possono superare l'indignazione e la rabbia, offrendo una seconda possibilità anche a chi ha commesso un errore grave.