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Le proiezioni dei modelli indicano un avvio di gennaio dinamico: irruzioni fredde sull’Europa, instabilità in Italia, poi graduale rialzo termico e correnti più occidentali
Le proiezioni a lungo termine per l’avvio di gennaio 2026 delineano uno scenario invernale sull’Europa, con un lobo del vortice polare proiettato verso le medie latitudini e temperature sotto la media su ampie aree del continente. Tra 29 dicembre e 5 gennaio, l’afflusso di aria artica interesserà in modo marcato l’Europa settentrionale e centrale, con anomalie termiche negative particolarmente accentuate sulla Scandinavia. Valori inferiori alla norma coinvolgeranno anche il Nord Italia, mentre il Mediterraneo resterà in una fase più mite, con temperature mediamente sopra la norma.
Sul fronte delle precipitazioni, la prima settimana dell’anno appare dinamica, con instabilità diffusa sull’Europa oltralpe e nevicate fino a bassa quota, localmente anche in pianura. In Italia, le condizioni più instabili interesseranno soprattutto le regioni centro-settentrionali, con neve a quote medio-basse lungo l’Appennino in occasione dei passaggi perturbati.
Il quadro emisferico risulta fortemente disturbato, caratterizzato da lobi ciclonici troposferici e minimi di geopotenziale profondi in discesa di latitudine. La circolazione ondulata, modulata anche dalla bassa stratosfera, favorisce blocchi atlantici e la proiezione di strutture anticicloniche verso Islanda e Groenlandia. Questo assetto concentra il freddo sull’Europa centro-settentrionale, limitando però un affondo deciso verso il Mediterraneo e confinando l’influenza più fredda soprattutto al Centro-Nord italiano.
Tra 5 e 12 gennaio persiste una circolazione a componente meridiana, sebbene in graduale smantellamento. La saccatura artica continua a interessare l’Europa centrale e occidentale, con anomalie termiche negative e neve possibile fino in pianura su Germania, Baltico e Polonia. Parte dell’aria fredda riesce a coinvolgere anche l’Italia, con episodi nevosi a bassa quota sulle regioni centro-settentrionali, mentre il Mediterraneo risente dell’interazione tra masse d’aria diverse, con precipitazioni sopra la media sull’Europa meridionale.
Nella fase 12-19 gennaio la circolazione tende a diventare più zonale: le correnti in quota si dispongono da ovest-nord-ovest, favorendo l’ingresso di aria più temperata. Dopo un iniziale interessamento freddo del Centro-Sud, le temperature sono attese in risalita da ovest su gran parte dell’Europa. La piovosità resta superiore alla norma sull’Europa centro-settentrionale, con il transito di rapidi sistemi perturbati capaci di interessare a tratti anche l’Italia.
Resta elevata l’incertezza previsionale: lo scenario emerge dalla media degli ensemble settimanali, che individua la tendenza più probabile e non una previsione deterministica. I cluster mostrano ancora soluzioni differenti e i modelli oscillano su tempi, intensità e traiettorie degli affondi freddi, pur con una direzione di fondo ormai delineata.