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Nuove tariffe statunitensi su prodotti europei e globali: impatti sull'economia italiana e abruzzese
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l'introduzione di dazi doganali su una vasta gamma di prodotti importati. A partire dal 3 aprile, verrà applicata una tariffa minima del 10% su tutti i beni esteri, con un'aliquota del 20% specifica per i prodotti provenienti dall'Unione Europea. Inoltre, le automobili importate saranno soggette a un dazio del 25%. Trump ha definito questa giornata come la "liberazione", affermando che tali misure mirano a "rendere l'America di nuovo ricca" e a "ridurre le tasse e ripagare il nostro debito pubblico". Secondo il presidente, queste tariffe favoriranno una maggiore concorrenza e prezzi più bassi per i consumatori.
Le nuove tariffe prevedono aliquote differenziate per diversi paesi: 34% sui prodotti cinesi, 32% su quelli taiwanesi, 24% su quelli giapponesi, 26% su quelli indiani e 10% su quelli britannici.
Reazioni europee e italiane
La Commissione Europea ha espresso profonda preoccupazione per queste misure. La presidente Ursula von der Leyen ha dichiarato che l'Unione Europea sta preparando una serie di contromisure per rispondere ai dazi statunitensi, sottolineando che tali azioni rappresentano una minaccia significativa per l'economia globale.
In Italia, il settore vinicolo è particolarmente allarmato. Angelo Radica, presidente dell'Associazione Nazionale Città del Vino, ha evidenziato che nel 2024 l'Italia ha esportato negli Stati Uniti il 24% del proprio vino, con un incremento del 10% rispetto all'anno precedente, raggiungendo un valore vicino ai due miliardi di euro. Radica ha sottolineato che l'imposizione di tali dazi potrebbe causare danni economici significativi all'intera filiera vinicola italiana.
Implicazioni per l'Abruzzo
Anche la regione Abruzzo risente delle possibili conseguenze di questa guerra commerciale. Il governatore Marco Marsilio ha espresso preoccupazione, affermando che tali conflitti economici possono causare danni su entrambi i fronti. Marsilio ha auspicato che la linea di dialogo promossa dal governo italiano, guidato dalla premier Meloni, possa essere condivisa a livello europeo per superare le tensioni con gli Stati Uniti.
Reazioni dei mercati finanziari
L'annuncio dei nuovi dazi ha avuto ripercussioni immediate sui mercati finanziari. Le borse statunitensi hanno registrato cali significativi nelle contrattazioni after-hours: l'ETF SPDR S&P 500 è sceso di oltre il 2%, il Dow Jones ETF ha perso l'1% e l'Invesco QQQ Trust, che traccia il Nasdaq, ha registrato una diminuzione fino al 3%. Aziende con una forte dipendenza dalle catene di approvvigionamento globali, come Apple e Tesla, hanno subito perdite rispettivamente del 6% e del 4%.
Prospettive future
L'introduzione di questi dazi rappresenta una delle mosse più aggressive in ambito commerciale da parte degli Stati Uniti negli ultimi decenni. Gli esperti avvertono che tali misure potrebbero portare a un aumento dei costi per i consumatori americani e a una maggiore incertezza economica a livello globale. L'Unione Europea e altri partner commerciali stanno valutando le proprie risposte, aumentando il rischio di una escalation nelle tensioni commerciali internazionali.
In questo contesto, sarà cruciale monitorare l'evoluzione delle relazioni diplomatiche e commerciali tra gli Stati Uniti e i suoi partner, nonché le eventuali misure di ritorsione che potrebbero essere adottate.
Trump sfidato dal Senato: ecco cosa sta succedendo
Il Senato approva una risoluzione bipartisan contro i dazi sulle importazioni canadesi, evidenziando divisioni interne al Partito Repubblicano e preoccupazioni economiche
In una mossa inusuale, il Senato degli Stati Uniti ha approvato una risoluzione volta a bloccare i dazi imposti dal presidente Donald Trump sulle importazioni dal Canada. La votazione, conclusasi con 51 voti favorevoli e 48 contrari, ha visto quattro senatori repubblicani—Mitch McConnell, Susan Collins, Lisa Murkowski e Rand Paul—schierarsi con i democratici, manifestando una crescente inquietudine riguardo alle politiche commerciali dell'amministrazione Trump.
Il presidente Trump aveva giustificato l'introduzione dei dazi dichiarando un'emergenza nazionale legata al traffico di fentanyl proveniente dal Canada. Tuttavia, dati della Customs and Border Protection indicano che nel 2024 sono stati sequestrati solo 19,5 kg di fentanyl al confine settentrionale, una quantità significativamente inferiore rispetto ai sequestri al confine meridionale.
Divisioni interne al Partito Repubblicano
La decisione di alcuni senatori repubblicani di votare contro le direttive del presidente evidenzia fratture all'interno del partito. Il senatore McConnell ha sottolineato che le guerre commerciali con i partner più stretti potrebbero avere conseguenze economiche negative, specialmente per gli stati con forti legami commerciali con il Canada.
Anche la senatrice Collins ha espresso preoccupazione per l'impatto dei dazi sull'economia del Maine, stato che condivide un confine con il Canada. Ha evidenziato che settori come la pesca dell'aragosta e la produzione di mirtilli potrebbero subire gravi ripercussioni.
Reazioni dell'Amministrazione Trump
Il presidente Trump ha difeso la sua politica commerciale, affermando che i dazi sono necessari per proteggere l'economia americana e contrastare il traffico di droghe illegali. Ha criticato apertamente i senatori repubblicani dissidenti, definendo la loro posizione come un segno di debolezza.
Prospettive future
Sebbene la risoluzione del Senato rappresenti una sfida significativa all'autorità del presidente in materia di politica commerciale, è improbabile che venga approvata dalla Camera dei Rappresentanti, controllata dai repubblicani, o che superi un eventuale veto presidenziale. Tuttavia, questo voto segnala una crescente preoccupazione bipartisan riguardo all'impatto economico dei dazi e potrebbe influenzare future decisioni politiche.
Inoltre, l'opposizione interna al Partito Repubblicano potrebbe avere ripercussioni sulle prossime elezioni di metà mandato, poiché alcuni elettori potrebbero interpretare le divisioni come segno di instabilità all'interno del partito. La situazione rimane fluida, e sarà fondamentale monitorare gli sviluppi nei prossimi mesi.