Troppi snack e bibite: così l’Italia ingrassa i suoi bambini

25 Giugno 2025   12:59  

Rapporto Aletheia denuncia abuso di cibi ultra-formulati, scarso consumo di frutta e verdura, e propone mense scolastiche come primo presidio preventivo.

Negli ultimi anni, l’assunzione di bibite gassate, snack confezionati, biscotti industriali e piatti pronti è divenuta una costante nella dieta quotidiana di molti bambini: il mercato globale ha superato i 2.000 miliardi di dollari. In Italia, oltre il 50 % dei più piccoli consuma dolciumi preconfezionati più di tre volte a settimana; uno su quattro beve ogni giorno bibite zuccherate, mentre più di uno su dieci sceglie regolarmente snack salati.

Questa tendenza ha creato un evidente squilibrio: un quarto dei bambini mangia frutta e verdura meno di una volta al giorno, con una copertura del 45 % per la frutta e 31 % per le verdure tra i più giovani. Il pasto mattutino, in particolare, è sempre più trascurato: il 10,9 % lo salta del tutto, mentre un terzo consuma una colazione insufficiente .

Secondo il rapporto “Cibo e bambini” di Fondazione Aletheia, tra i 5 e i 19 anni, il 9,6 % dei ragazzi risulta obeso e il 27,3 % è in sovrappeso, a testimonianza di abitudini alimentari ormai rischiose per la salute pubblica. A causa di queste scelte, ogni cittadino italiano sostiene una spesa annuale aggiuntiva di circa 300 euro, destinati alla cura di malattie correlate, con un impatto negativo anche sul PIL europeo.

Per invertire questa tendenza, il rapporto suggerisce di far partire il cambiamento dalle mense scolastiche, un presidio pubblico in grado di promuovere stili di vita sani. In Europa, circa il 41 % dei bambini della scuola primaria ha accesso ogni giorno a un pasto gratuito o sovvenzionato – percentuale che supera il 61 % nei Paesi ad alto reddito. Solo nel 2023 sono stati stanziati 48 miliardi di dollari in programmi di alimentazione scolastica, di cui 12 miliardi di euro nell’Unione Europea, coinvolgendo oltre 25 milioni di alunni.

Riccardo Fargione, direttore della Fondazione Aletheia, sottolinea: “Ogni dollaro investito nelle mense scolastiche nei Paesi a medio e basso reddito genera un ritorno economico e sociale 17 volte superiore. In Italia, un’alimentazione scorretta tra i giovani sta generando costi sanitari annui di circa 12 miliardi di euro” .

Le ricadute sul lungo periodo sono significative: l’aumento della sedentarietà, la sostituzione di cibi freschi con ultra-trasformati e l’abbandono della Dieta Mediterranea stanno generando un peggioramento della salute infantile, con aumento di obesità, diabete e malattie croniche .

In conclusione, il rapporto Aletheia lancia un forte appello: è urgente agire con politiche nutrizionali scolastiche, promuovere la disponibilità quotidiana di frutta e verdura, contrastare l’overdose di ultra-trasformati e garantire una colazione adeguata. Solo così si potrà tutelare la salute delle nuove generazioni e contenere un’esplosione di costi sanitari futuri, oltre a valorizzare la dieta mediterranea come patrimonio culturale e nutrizionale.


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