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"La prima cosa che mi ha colpito nel leggere degli ordini di cattura firmati dalla magistratura aquilana, il fatto che ritorni un'eco degli anni '70 che pareva lontana e sepolta da tempo".
Lo afferma Marco Alessandrini, sindaco di Pescara e figlio del giudice Emilio, ucciso a Milano da militanti dell'organizzazione comunista Prima Linea il 29 gennaio del 1979. Il magistrato, in quegli anni, era impegnato nella lotta al terrorismo.
"Il richiamo al movimento neofascista 'Ordine Nuovo', che progettava azioni di terrorismo per colpire obiettivi istituzionali - afferma il sindaco - evoca la notte della Repubblica per dirla con Sergio Zavoli, ossia l'era piu' buia dell'Italia Repubblicana.
Il nostro Paese ha gia' conosciuto una scia di sangue legata al terribile concetto della destabilizzazione dell'ordine costituzionale e ieri come oggi le istituzioni devono fare fronte comune, compatto e coeso, per arginare ogni forma di violenza che non puo' costituire mai una risposta ai problemi della societa'.
Esprimo grato apprezzamento - conclude Alessandrini - nei confronti della magistratura e nelle forze dell'ordine per la meritoria iniziativa intrapresa e per la guardia alta che va tenuta nei confronti di ogni possibile forma di terrorismo".
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