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E' caccia all'uomo in Francia per ritrovare Cherif C., il 29enne sospetto autore dell'attacco di ieri sera in pieno centro a Strasburgo. Il bilancio delle vittime, secondo quanto riferisce la prefettura della regione del Grand Est e del Bas Rhin, è di 2 morti, 9 feriti gravi e 5 feriti leggeri. L'attentatore "ha seminato il terrore in tre punti della città", ha dichiarato nella notte il ministro dell'Interno francese Christophe Castaner. "Tra le 20.20 e le 21.00 per due volte - ha spiegato - ha affrontato le nostre forze di sicurezza con scambi a fuoco".
Tra i feriti gravi c'è un italiano. Si tratta di Antonio Megalizzi, un giornalista che lavora alla radio 'Europhonica'. A quanto si apprende, il giovane sarebbe in condizioni serie e si troverebbe ricoverato in terapia intensiva. La Farnesina conferma il ferimento di un nostro connazionale nell'attacco. L'Unità di Crisi, rendono noto fonti del Ministero degli Affari Esteri, continua a lavorare, in raccordo con la rete diplomatica italiana in Francia e con le autorità francesi e sta prestando ogni possibile assistenza ai connazionali presenti a Strasburgo.
Ieri era stato il deputato europarlamentare del Pd Brando Benifei, rimasto all'interno del Parlamento, chiuso dalla polizia, a dare la notizia del coinvolgimento di Megalizzi. E stamattina anche la Farnesina ha confermato il ferimento di un connazionale.
In un post pubblicato questa mattina la stessa redazione ha precisato che "riguardo allo staff italiano di Europhonica e al collega ferito non possiamo confermare alcuna notizia sulla sua salute attuale". "Chiediamo ai colleghi della stampa di rispettare la privacy del nostro collega - si legge ancora nel post -. Saremo pronti a comunicare qualsiasi notizia verificata appena la avremo". Al momento dell'attentato, Megalizzi si trovava insieme ad alcune colleghe della stessa radio rimaste illese.
Contro l'uomo in passato erano state pronunciate 20 condanne per reati comuni. A riferirne è Le Figaro. Condanne inflitte in Francia e Germania e a seguito delle quali il sospetto aveva scontato le pene comminate. Il fuggiasco era stato schedato 'S' nel 2016 dai servizi antiterrorismo: era stato segnalato dalla Direzione generale della sicurezza interna (DGSI) in occasione di una sua permanenza in un penitenziario dove si era fatto notare per la sua violenze e il suo proselitismo religioso. Ieri mattina, i gendarmi erano andati nella sua abitazione per arrestarlo ma non lo hanno trovato: l'uomo doveva essere fermato in relazione ad un caso di rapina con tentato omicidio. Tutti i suoi complici erano stati arrestati durante la retata compiuta per la rapina.
La caccia all'uomo sta impegnando 350 persone tra uomini del BRI, (Brigade de Recherche et d'Intervention), RAID (Recherche, assistance, intervention, dissuasion) e militari dell'operazione Sentinelle. Mobilitati anche gli uomini del Gign (Groupe d'intervention de la police nationale) di Dijon. Nella notte sono state effettuate verifiche nell'ambiente frequentato dall'attentatore.
Emmanuel Macron ha espresso via Twitter la "solidarietà dell'intera nazione" alle vittime dell'attacco. Verso mezzanotte il presidente ha raggiunto la cellula di crisi istituita presso il Ministero dell'Interno.