sezioni
Un uomo di 56 anni, proprietario di più appartamenti, accusato di aver installato un sistema di microtelecamere e gestito le immagini dal suo smartphone nei locali dello stabile.
In una svolta allarmante per la tutela della privacy, la Polizia di Stato dell’L’Aquila ha denunciato un uomo di 56 anni, titolare di diversi appartamenti in un condominio della periferia ovest, per il reato di interferenza illecita nella vita privata. Secondo le indagini, l’uomo avrebbe installato microtelecamere nascoste all’interno dei bagni dei suoi immobili dati in affitto, e le avrebbe poi visualizzate in tempo reale tramite un’app sul proprio cellulare.
Tutto è cominciato quando una studentessa fuori sede ha sporto denuncia alla Questura dopo aver scoperto una micro-telecamera dotata di trasmettitore wireless nascosta dietro lo specchio del bagno dell’appartamento che occupava. Gli agenti della squadra volante, raccolta la segnalazione, hanno ottenuto in poche ore un decreto di perquisizione — anche informatico — da parte della magistratura.
Durante l’ispezione, è emerso che sul cellulare del presunto responsabile era installata un’applicazione che permetteva la gestione e la visualizzazione in tempo reale di immagini provenienti da telecamere installate non solo nell’appartamento della studentessa, ma anche in altri alloggi dello stesso stabile occupati da studenti, famiglie e persino da allievi della Scuola di ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza. Le operazioni sono state quindi estese agli altri appartamenti e, secondo le fonti, in numerosi bagni sono state rinvenute decine di microtelecamere nascoste.
Nel corso della perquisizione sono stati inoltre trovati nell’abitazione e nel garage dell’indagato ulteriori dispositivi — ancora imballati — e un’ingente quantità di contanti: circa 80 mila euro, ritenuti dalla Polizia potenziale provento dell’attività illecita. Le autorità hanno avviato accertamenti anche per verificare se precedenti condotte analoghe siano già state poste in essere dal proprietario e per individuare l’eventuale diffusione delle immagini raccolte illecitamente.