Quirinale ancora fumata nera. Aumentano i voti per Mattarella La quinta votazione domani alle 11

27 Gennaio 2022   17:23  

Corsa al Quirinale, nuova fumata nera al quarto scrutinio dove il quorum per eleggere il presidente della Repubblica era fissato nella maggioranza assoluta del plenum, pari a 505 voti. Il centrodestra aveva annunciato l'astensione mentre M5S, Pd e Leu scheda bianca.

Aumentano i voti per Sergio Mattarella. Il capo dello Stato passa dai 125 di ieri ai 166 di oggi. 56 le preferenze per il pm Nino Di Matteo, indicato dai parlamentari ex M5S de l'Alternativa al posto di Paolo Maddalena. Oltre a Mattarella e Di Matteo, hanno ottenuto voti Manconi 8; Cartabia 6; Draghi 5; Amato 4; Casini 3; Baldini, Belloni e Bersani 2. Su 981 presenti, gli astenuti sono stati 441, le schede bianche 261, le nulle 5, i voti dispersi 20.

Nonostante stiano ormai scomparendo i voti attribuiti anche in maniera provocatoria ad esponenti della cultura, dello spettacolo e dello sport, anche nel quarto scrutinio per l'elezione del Presidente della Repubblica non sono mancate preferenze di questo tipo. Una è andata al maestro Riccardo Muti, indicato da Vittorio Sgarbi come ha espressamente confessato. Un'altra a Spillo Altobelli, dopo che nei giorni scorsi erano usciti i nomi di Dino Zoff e Marco Tardelli, suoi compagni di squadra nella Nazionale di calcio campione del mondo del 1982. Un'ultima al giornalista Luigi Vicinanza, già direttore de 'L'Espresso'.

Come annunciato i grandi elettori del centrodestra si sono astenuti. Non hanno ritirato la scheda in 441 rispetto ai 453 tra senatori, deputati e delegati regionali.

In dissenso dal centrodestra il deputato di Fi Elio Vito. "Non mi sono adeguato alla decisione del centrodestra di astenersi e non votare, un modo surrettizio per controllare i parlamentari, nascondere le divisioni interne ma soprattutto una grave mancanza di rispetto istituzionale. Ho partecipato dunque come mio dovere alla votazione" ha scritto Vito sui social, spiegando di aver votato scheda bianca ''perché sono franco ma non tiratore...''.

Nei conciliaboli in Transatlantico diversi parlamentari 'dimaiani', conversando con l'Adnkronos, ammettono di aver votato per Mattarella. A questi si aggiunge il gruppo dei senatori 'ribelli M5S', sempre più vicini al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che già ieri avevano votato l'attuale Capo dello Stato.

Il Movimento 5 Stelle aveva dato ai parlamentari l'indicazione di votare scheda bianca: fonti vicine ai vertici, poi, hanno sottolineato come agli eletti sia stata lasciata anche la possibilità di "esprimersi in libertà di coscienza". "Nell'sms che abbiamo ricevuto c'era solo l'indicazione di lasciare scheda bianca...", ha commentato un eletto pentastellato nel cortile di Montecitorio, mentre era in corso lo spoglio della quarta votazione.

NUOVI INCONTRI, SI CERCA INTESA - Nuovi incontri tra i partiti anche oggi per trovare un'intesa sul nome. Alle 19 i leader di centrodestra dovrebbero tornare a riunirsi dopo il vertice di questa mattina che ha deciso l'astensione per la quarta votazione al Colle.

La strada per il Quirinale è ancora in salita. In queste ore le trattative sono sempre frenetiche, della serie 'tutti sentono tutti', ma si cerca ancora l''uovo di Colombo' per uscire dall'impasse attuale in cui si trovano gli schieramenti politici. La rosa di quirinabili si allarga e si stringe come una fisarmonica a seconda dei boatos di Transatlantico.

A Montecitorio nei capannelli si fanno sempre gli stessi nomi: due di alto profilo istituzionale, Sabino Cassese ed Elisabetta Belloni, uno più politico, Pier Ferdinando Casini, e Mario Draghi, ancora in corsa. Sullo sfondo, come extrema ratio se tutto dovesse precipitare, c'è il Mattarella bis. "Stiamo ancora a giocà...'', dice un big di Forza Italia, allargando le braccia, prima di rituffarsi in una serie di riunioni a 360 gradi per cercare una soluzione. Siamo ancora in una situazione di stallo, spiegano fonti parlamentari di centrosinistra.

La quinta votazione per l'elezione del presidente della Repubblica si svolgerà domani alle ore 11, ha comunicato in aula il presidente della Camera Roberto Fico.

Quindi non si procederà alla doppia votazione, come era stato suggerito da alcuni esponenti politici ieri e oggi. Per decidere sull'eventuale variazione dell'organizzazione, passando al doppio scrutinio quotidiano, si devono pronunciare i presidenti di Camera e Senato, riunendo le conferenze dei capigruppo congiuntamente.


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