Operazione militare in Siria, Erdogan minaccia l'Europa di aprire le porte a milioni di rifugiati

11 Ottobre 2019   10:01  

Se l'Ue ci accuserà di "occupazione" della Siria e ostacolerà la nostra "operazione" militare, "apriremo le porte a 3,6 milioni di rifugiati e li manderemo da voi". Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, parlando ai leader provinciali del suo partito, Akp (Partito della giustizia e dello sviluppo). A meno di 24 ore dall'inizio dell'operazione militare "Fonte di pace" nel nord-est della Siria, "109 terroristi sono stati uccisi" dai raid della Turchia, ha detto il presidente turco.

La Turchia ha affermato in una lettera al Consiglio di Sicurezza Onu che la sua operazione militare sarebbe "proporzionata, misurata e responsabile". "L'operazione prenderà di mira solo terroristi e i loro nascondigli, rifugi, armi ed equipaggiamenti", si legge ancora nel documento, di cui l'Ansa ha avuto visione, precisando che vengono "adottate tutte le precauzioni per evitare danni collaterali alla popolazione civile". Nella lettera inviata da Ankara al Consiglio di Sicurezza Onu, si afferma che "i negoziati con gli Usa su una zona di sicurezza rimangono inconcludenti".   

Intanto è stallo al Consiglio di sicurezza dell'Onu che non è riuscito a trovare un'intesa per una dichiarazione comune sull'offensiva della Turchia in Siria. Da una parte sei Paesi europei - Germania, Belgio, Francia, Polonia, Gran Bretagna ed Estonia - che hanno proposto appunto una dichiarazione congiunta in cui chiedere l'immediata cessazione delle attività militari di Ankara, avviate unilateralmente. Dall'altra, la Russia e gli Stati Uniti, che hanno mostrato dissenso alla posizione europea.

A detta di Vassilij Nebentsja, ambasciatore di Mosca presso le Nazioni Unite, una dichiarazione del consiglio dovrebbe affrontare temi "più ampi", tra cui la presenza di altre forze straniere in Siria.


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