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Doveva essere l’anno della sfida Marquez-Dovisioso, con quest’ultimo sempre più punta di riferimento della Ducati con l’addio di Lorenzo e l’arrivo del gregario Petrucci. E invece, oltre ogni previsione, quella in corso sembra poter diventare una delle stagioni più scontate e meno imprevedibili nella storia delle due ruote, almeno per quel che concerne la classe regina. Perché Marc è leader del Mondiale e di quasi tutte le gare, senza storia e possibilità di appello alcuno: il pilota della Honda, reduce dal decimo successo consecutivo in Germania, ha messo il turbo, cervello e quel pizzico di fortuna che non guasta mai ed aiuta gli audaci, tipo quando il compagno di squadra Lorenzo decide di stenderne tre in un Gran Premio solo.
Gli italiani deludono, eccetto Petrucci, fantastico vincitore del Mugello e autore di una stagione più che positiva in sella alla moto di Borgo Panigale. E’ però il rendimento di Dovizioso e soprattutto di Rossi a destare scalpore, in senso negativo ovviamente. Tutto sembrava essere partito bene, con i due competitivi nelle prime gare ed un Marquez sempre a podio, ma che aveva dei rivali in grado di tenergli testa sino all’ultimo giro: poi, il vuoto più assoluto, tanti errori, vittorie di Marc e soprattutto cadute. Le qualifiche sono diventate un vero e proprio incubo, per Dovizioso di recente ma soprattutto per Valentino, incapace di partire in gara in una posizione utile per essere davanti coi migliori.
Gli analisti della MotoGp quasi non prendono più in considerazione un vincitore diverso dallo spagnolo della HRC: Marquez è dato a 1.01 da Sports Bwin, il rivale più quotato resta Andrea Dovizioso a 23, seguito da Rins su Suzuki a 34 ma caduto nelle ultime gare, di cui la penultima mentre era saldamente in testa. Quello che la seconda parte del campionato, ora in ferie, potrà ancora dire sarà importante principalmente per la stagione futura, con degli interrogativi piuttosto importanti.
Innanzitutto la Yamaha, che cosa vuole fare: l’acuto di Vinales non basta, la moto sembra anche dietro la Suzuki e Rossi è in crisi profonda. Il contratto resta anche per il prossimo anno, ma lui comincia a nutrire dubbi sul rapporto con la casa giapponese e gli sviluppi positivi che essa potrà generare. La Ducati pare aver fatto un passo indietro rispetto allo scorso anno, quando sia Lorenzo che il Dovi hanno vinto parecchie gare, con il forlinese in lotta per il titolo sino all’ultimo.
Chi invece non si smuove di una virgola è Marquez, in perfetta sintonia con la sua Honda: nessuno sviluppo considerevole ma piccoli accorgimenti per una due ruote che sembra essere un tutt’uno col pilota che la manovra. A differenza ovviamente di Lorenzo, che dopo la Ducati vive un nuovo e lungo periodo di difficoltà nell’apprendimento e ambientamento con una nuova moto: nella precedente avventura ci è voluto un anno e mezzo per essere competitivo, gli concederanno lo stesso arco di tempo in casa HRC prima di dimostrare il suo reale valore?