Maggioranza spaccata, dopo no di Salvini alla firma del Global Migration Compact

29 Novembre 2018   11:13  

L'adesione dell'Italia al Global Migration Compact, il patto Onu sui migranti, spacca la maggioranza gialloverde, a Roma come a Bruxelles. Una polemica che imbarazza Giuseppe Conte - all'assemblea Onu si disse favorevole alla firma - e provoca la durissima reazione del Pd: Maurizio Martina parla di "Italia zimbello globale".

Pur essendo una mera dichiarazione d'intenti, non vincolante e senza effetti giuridici, visto che tratta un tema caldo come quello dell'immigrazione provoca grandi dissapori all'interno dell'esecutivo. Aderendo a una campagna lanciata per primi dai Fratelli d'Italia, la Lega ribadisce il suo netto dissenso.

Sul fronte opposto, favorevoli all'adesione, i Cinque Stelle, il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi.

Rottura tra Lega e M5s anche in Europa: di fronte al voto nel Parlamento europeo per inserire oggi all'ordine del giorno un dibattito sul Global Compact, la Lega ha votato contro, gli eurodeputati pentastellati a favore.

L'europarlamentare M5s, Laura Ferrara, addirittura, sarà a Marrakech, con una delegazione bipartisan. Alla fine, tornando a casa nostra, per smorzare le divisioni, il governo decide di affidare la scelta finale al voto del Parlamento. Una soluzione che comunque non placa le critiche delle opposizioni, anche loro divise tra contrari alla firma - Forza Italia e Fratelli d'Italia - e favorevoli, come il Pd. E che potrebbe aprire la strada a un voto compatto del centrodestra, magari insieme all'ala governativa dei 5 stelle, e un avvicinarsi del Pd all'ala ambientalista dei pentastellati.

Ma chi usa i toni più decisi e decisamente ultimativi è il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, intervenendo in Aula. "Come hanno fatto gli svizzeri che il global compact lo hanno portato avanti fino a ieri e poi hanno detto 'fermi tutti', così - osserva Salvini - il governo italiano non firmerà alcunchè e non andrà a Marrakech. Deve essere l'Aula a discuterne. Il governo italiano farà scegliere il Parlamento".

Come capita spesso in questo esecutivo, il leader leghista anticipa tutti nel comunicare le decisioni collegiali del governo. Pochi minuti dopo le sue parole, arriva la nota del premier Giuseppe Conte. "E' un documento che pone temi e questioni diffusamente sentiti anche dai cittadini: riteniamo opportuno, pertanto, parlamentarizzare il dibattito e rimettere le scelte definitive all'esito di tale discussione, come pure è stato deciso dalla Svizzera. A Marrakech, quindi - aggiunge Conte - il Governo non parteciperà, riservandosi di aderire o meno al documento solo quando il Parlamento si sarà pronunciato".

Più tardi, il premier tiene il punto rispetto a quanto disse a settembre, all'assemblea Onu: "Il Global Compact è assolutamente compatibile con la nostra strategia, ho condiviso il piano con i miei partner Ue, non ho cambiato idea. Ma essendo un documento che ha valore politico - prosegue Conte - abbiamo convenuto che forse è giusto creare un passaggio parlamentare, in cui far condividere a tutti ciò che stiamo facendo".

Una via d'uscita, aggiunge Conte, decisa ieri durante un vertice di maggioranza, al termine "di una serena e franca valutazione". In evidente imbarazzo anche i Cinque Stelle: per il Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia, "il Global compact va sottoscritto assolutamente". Molto più sfumato il giudizio del sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano, secondo cui, visto che si tratta di un testo non vincolante, "è davvero inutile scaldarsi nel sostenerlo o nel contrastarlo perché, nella migliore delle ipotesi, sarà l'ennesimo inutile blocco di fogli pieno di buone intenzioni lasciate cadere al vento".



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