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Il Presidente richiama la memoria delle sorelle Mirabal e denuncia le nuove forme di violenza, comprese quelle digitali, che ancora ostacolano autonomia e sicurezza femminile.
Nel suo intervento per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha richiamato l’attenzione su quanto la parità di genere resti ancora lontana dall’essere pienamente realizzata. Secondo il Capo dello Stato, in famiglia, nei luoghi di lavoro e nello spazio pubblico persistono ostacoli che limitano l’autonomia femminile, incidendo negativamente sullo sviluppo complessivo del Paese.
Mattarella ha ricordato come la violenza, in molte aree del mondo e nei teatri di conflitto armato, venga utilizzata come strumento di controllo e intimidazione. Una dinamica che trova riflessi anche nel presente, dove la dimensione digitale favorisce nuove forme di aggressione: molestie online, ricatti, coercizioni, esposti attraverso i social network e spesso preludio a episodi più gravi, tra cui i femminicidi. Un fenomeno in costante aumento che, secondo gli osservatori nazionali, richiede risposte immediate e coordinate.
Il Presidente ha posto l’accento sull’importanza del linguaggio, sottolineando come l’uso di parole offensive o stereotipate contribuisca a mantenere modelli culturali dannosi. La cultura del rispetto, ha spiegato, rappresenta la base per contrastare ogni forma di abuso, sia fisico che psicologico.
Nel 65° anniversario dell’assassinio delle sorelle Mirabal, attiviste dominicane torturate e uccise il 25 novembre 1960 per essersi opposte alla dittatura di Rafael Trujillo, Mattarella ha ricordato come la loro storia continui a essere simbolo di coraggio, resistenza e difesa dei diritti fondamentali. Un esempio che, ancora oggi, ispira movimenti e iniziative in tutto il mondo, compresa l’Italia, dove si moltiplicano campagne educative, manifestazioni e programmi di sensibilizzazione.
Il Presidente ha concluso ribadendo che la libertà delle donne non è una conquista acquisita una volta per tutte, ma un traguardo da proteggere quotidianamente attraverso l’azione delle istituzioni, dell’educazione e della società civile.