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Susan Schneider a 15 mesi dalla morte dell'ex marito Robin Williams è un fiume in piena di parole e di rivelazioni sull'ex marito, che, ricordiamo, si è tolto la vita a 63 anni impiccandosi l'11 agosto del 2014.
"La depressione era solo uno di circa 50 sintomi, uno dei più lievi" ha spiegato la donna a People. "È stata la demenza a corpi di Lewy a prendersi la sua vita". Una patologia che arriva insieme al parkinson, ma ben più dura perchè sviluppa anche demenza, allucinazioni e altri disturbi mentali.
"Robin avrebbe potuto vivere forse altri tre anni se fosse stato fortunato - dice - Ma sarebbero stati anni difficili, stava vivendo un incubo. Un minuto era totalmente lucido, quello dopo diceva qualcosa che non aveva senso - prosegue - poi la diga si è rotta".
Una malattia che i medici non avevano ancora chiaro in mente e che hanno scoperto solamente dopo la morte.
"Ora so che stavano facendo le cose giuste, solo che la malattia era più veloce e più grande di noi. Ci saremmo arrivati comunque, alla fine - dice ancora - È stato un caso unico, e prego Dio che possa fare chiarezza sulla demenza a corpi di Lewy per i milioni di persone che ne soffrono e per i loro cari".
"Ho pensato a cosa gli passava per la mente, a cosa gliel'ha fatto fare - parlando del suicidio - Penso che così stesse dicendo: "No". E per questo non lo biasimo nemmeno un po'".
Poi l'ultimo saluto. "Stavo andando a letto, è entrato nella stanza un paio di volte e ha detto: 'Buonanotte, amore mio' - conclude - Poi è tornato, ha preso il suo iPad, sembrava avesse qualcosa da fare. Che stesse meglio. Ha ripetuto: 'Buonanotte, buonanotte'. E quelle sono state le ultime parole".