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Sono almeno 90 i cristiani caldei rapiti dai miliziani dell'Isis che hanno bruciato una delle chiese piu' antiche della Siria sulle colline nel nord-est del Paese, dopo un assalto a due villaggi nella provincia di Hassakeh.
Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani.
Secondo il sito del settimanale americano Newsweek e secondo quanto confermato dall'agenzia di stampa siriana Sana, gli jihadisti hanno dato alle fiamme la chiesa cattolica di Tal Hermez, una delle piu' antiche del Paese, e chiederebbero il rilascio dei loro prigionieri in mano ai peshmerga curdi per la liberazione degli ostaggi, minacciando altrimenti di ucciderli.
L'attacco è iniziato all'alba di lunedì con l'irruzione in un villaggio nei pressi di Tell Tamer, nell'area di Al-Hasakah in cui vice una nutrita minoranza assiro-caldeo-siriaca.
Le donne e i bambini sono stati radunati in una zona del villaggio presidiata dagli jihadisti mentre gli uomini sono stati trasferiti nelle montagne di Abd al-Aziz.
Prima della guerra civile scoppiata nel 2011 in Siria vivevano due milioni di cristiani, tra cui piu' di 400.000 cattolici, anche se i battezzati non erano piu' della metà.
Con il conflitto, però migliaia di cristiani sono fuggiti all'estero, anche per il timore di persecuzioni dai gruppi jihadisti e qaedisti.
L'agenzia Sana ha confermato che centinaia di miliziani dell'Isis a bordi di mezzi pesanti hanno lanciato attacchi in diversi villaggi in Siria, inclusi Tal Hermez, Tal Shamiram, Tal Riman, Tal Nasra, al-Agibash, Toma Yalda e al-Haooz, nell'est del Paese, uccidendo decine di persone. L'Isis punterebbe ad aprire una sorta di corridoio fino al confine con la Turchia per facilitare il passaggio di armi e mercenari.