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Rispunta la 'manina' e scoppia il caso condono nel governo. A sganciare la bomba è il vicepremier Luigi Di Maio dal salotto di Bruno Vespa.
L'accusa è pesante. Secondo quanto dichiarato dal capo politico dei 5 Stelle il testo sulla pace fiscale trasmesso al Quirinale sarebbe stato manipolato dopo l'approvazione in Consiglio dei ministri. L'ignota 'manina' avrebbe ritoccato il decreto e sarebbe così apparso anche uno scudo per il riciclaggio. Di Maio annuncia l'intenzione di depositare subito una denuncia alla Procura della Repubblica e assicura che se il testo non verrà modificato, cancellando la parte sui capitali all'estero, i 5 Stelle non lo voteranno.
Dopo le parole del vicepremier il Colle però precisa di non aver mai ricevuto il documento. A chiarire cosa è accaduto è da Bruxelles il premier Giuseppe Conte. Informato delle criticità emerse nel decreto, il presidente del Consiglio ha bloccato l'invio ufficiale del testo al Quirinale. Il premier vuole infatti rivedere personalmente il provvedimento articolo per articolo. Fonti di Palazzo Chigi spiegano che il decreto fiscale, come è consuetudine, era stato anticipato ma solo in via meramente informale. Insomma il testo ufficiale non è ancora stato trasmesso al Presidente della Repubblica per l'esame, la firma e l'emanazione.