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A meno di un mese da quel fatidico 7 agosto in cui tutto ha cominciato a crollare, la crisi di governo è risolta e una squadra nuova di zecca – o quasi – si appresta a giurare di fronte al Presidente della Repubblica, sotto la guida dello stesso Giuseppe Conte che si pensava inizialmente sarebbe stato la prima vittima. Oggi alle 10, il premier e i suoi 21 ministri arriveranno al Quirinale e, dopo la cerimonia ufficiale di giuramento, si riuniranno nel primo vero consiglio dei ministri.
Completano la squadra Lorenzo Guerini alla Difesa, Roberto Gualtieri all'Economia, Stefano Patuanelli allo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova alle Politiche Agricole, Paola De Micheli alle Infrastrutture, Lorenzo Fioramonti all'Istruzione mentre a quello dei Beni culturali, con delega al Turismo, torna Dario Franceschini. Tra i componenti del governo senza portafoglio il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà, Fabiana Dadone alla Pubblica Amminstrazione, Francesco Boccia agli Affari Regionali e alle Autonomie, Giuseppe Provenzano ministro per il Sud ed Enzo Amendola agli Affari Europei.
Si sposta nella 'stanza dei bottoni' a palazzo Chigi, in veste di sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro.
Un governo che Di Maio ha definito "ambizioso e coraggioso, in grado di portare avanti provvedimenti per la crescita e lo sviluppo dell'Italia" e che Zingaretti ha siglato come "di svolta, per essere vicino all'Italia che soffre e all'Italia che cresce". Critiche aspre, ma non inattese, da Matteo Salvini che invece bolla tutti come "le persone sbagliate al posto sbagliato".
Lunedì prossimo il premier Conte presenterà per esteso il suo programma "che guarda al futuro" alla Camera e inizierà il dibattito per la fiducia, che si concluderà il giorno successivo al Senato. Ottenuto il sì delle due Camere, il governo otterrà la pienezza dei poteri.