Crisi di Governo si va verso Conte "ter"

25 Gennaio 2021   09:10  

Venti giorni, tre settimane per trovare una via d'uscita alla crisi politica, innescata platealmente da Matteo Renzi con una conferenza stampa in cui annunciava le dimissioni dei ministri di Italia Viva; continuata la settimana scorsa con la fiducia intascata dal governo Conte bis al Senato con numeri ben al di sotto della maggioranza assoluta; tappa d'arrivo, le comunicazioni sulla giustizia del ministro Bonafede giovedì prossimo, che secondo ogni calcolo farebbe finire in minoranza il governo. 

L'invito che arriva da più parti nella maggioranza è che Conte si fermi prima del voto, che faccia un passo indietro per evitare quello che al momento appare una molto probabile sconfitta. Incassare una sfiducia sulla giustizia costringerebbe il presidente del Consiglio a doversi dimettere, con poche speranze di ricevere nuovamente l'incarico, meglio dimettersi prima. Si fa la data di domani per la salita al Colle di Conte. A quel punto la prassi è chiara e prevede che si aprano le consultazioni, anche rapidissime, per verificare la fattibilità di un reincarico che porterebbe a un Conte ter.

La premessa è che il premier dimissionario si presenti a Mattarella con un accordo politico, tra le attuali componenti della maggioranza e altri partiti, che garantisca la tenuta dell'esecutivo per un periodo congruo: riscrittura e gestione del recovery plan ed elezione del prossimo Presidente della Repubblica.

Il premier anche nei giorni scorsi ha aperto ad un 'Conte ter', ma solo di fronte alla costituzione di un nuovo gruppo, non prima. Tuttavia sembra tramontata, dato il plateale insuccesso, l'ipotesi di andare a caccia di altri transfughi (responsabili, costruttori, ecc.).

Resta la necessità per Conte di trovare i voti con un dialogo con Matteo Renzi dopo il tentativo, fallito anch'esso, di arruolare i renziani senza Renzi.  Una parte del Pd chiede al premier di non chiudere a Renzi. Anche il ministro Boccia apre ad un dialogo con il senatore di Rignano rompendo quindi il mantra del "mai più con Renzi" finora ripetuto dai vertici del Pd, ma sottolineando "in questa crisi irresponsabile aperta da Iv non c'è alternativa a Conte premier".

Il Movimento 5 stelle è contrario ad un ritorno dell'ex premier nell'alveo della maggioranza. Ieri Luigi Di Maio ha prima posto un veto a Renzi: "tra Conte e Renzi, scegliamo Conte"; ma poi ha drammatizzato il voto di giovedì: "è un voto sul governo" riconoscendo la necessità di allargare la maggioranza.

In questo scenario Forza Italia, rientrata in gioco sabato con Silvio Berlusconi con la proposta di un governo istituzionale, scommette sul fatto che nessuno voglia e possa andare al voto (al di là dei proclami) o tornare alla situazione del Conte bis e che premier, Pd e M5S non vogliano dipende dai voti renziani al Senato e preferiscano diluire il potere di veto di Iv con un governo Ursula. Uno scenario, appunto, molto gradito agli azzurri.

Si tratterebbe di un esecutivo sostenuto dai partiti che al Parlamento europeo hanno votato a favore della presidente della commissione Ursula Von der Leyen: il Pd, il M5s e Ppe di cui fa parte Forza Italia. Una alleanza che al Senato potrebbe contare su un’ampia maggioranza, circa 220 voti e metterebbe il governo al riparo da imboscate di ogni genere. Resterebbe, ai vertici dei cinque stelle, l'onere di spiegare alla propria base che il Movimento vota insieme a Berlusconi.


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