Covid, Fondazione Gimbe: in calo casi e decessi. "Meglio conservare l'attuale sistema dei colori"

13 Maggio 2021   11:52  

Sono in calo tutti i numeri legati a nuovi casi e decessi per il coronavirus. E' quanto emerge dal monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe, riferito ai giorni che vanno dal 5 all'11 maggio 2021.

In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, il monitoraggio rileva una diminuzione di nuovi casi (63.409 vs 78.309, pari a -19%) e decessi (1.544 vs 1.826, pari a -15,4%). Scendono anche i casi attualmente positivi (363.859 vs 413.889, -50.030, pari a -12,1%), il numero delle persone in isolamento domiciliare (346.866 vs 393.290, -46.424, pari a -11,8%), i ricoverati con sintomi (14.937 vs 18.176, -3.239, pari a -17,8%) e le terapie intensive (2.056 vs 2.423, -367, pari a -15,1%).

I trend sono in riduzione in tutte le regioni. Continua, tuttavia, a salire leggermente l'Rt medio calcolato dall'Istituto superiore di Sanità sui casi sintomatici a 14 giorni, che rispetto al valore di 0,85 (range: 0,80-0,91) della scorsa settimana ha raggiunto lo 0,89 (range: 0,85-0,91).

"Meglio conservare l'attuale sistema dei colori per indicare le zone in cui il virus Sarscov2 circola maggiormente: è il parere della fondazione Gimbe, secondo la quale è opportuno pensare a nuovi criteri, ma una revisione integrale del sistema rischia di "avvitarsi in sterili tecnicismi".

Per il presidente della fondazione, Nino Cartabellotta, "la verosimile ripresa della circolazione del virus in un'Italia quasi tutta gialla richiede una revisione dell'algoritmo delle regioni 'a colori', come già proposto dalle regioni". Con il progredire delle vaccinazioni di anziani e fragili, prosegue, "entriamo in una fase dell'epidemia dove a fronte di un'elevata circolazione del virus ci si attende un impatto sempre minore sugli ospedali".

Tuttavia, secondo Cartabellotta, "una revisione integrale del sistema rischia di avvitarsi in sterili tecnicismi e di divenire terreno di scontro governo-regioni, che, ritardando la modifica normativa, potrebbero nel frattempo mandare in arancione alcune regioni".

Per questi motivi la fondazione Gimbe "suggerisce piuttosto di mantenere lo stesso impianto, ormai ben rodato, procedendo immediatamente ad un suo rapido restyling: ripristinare le soglie dell'indice Rt fissate dal Dpcm 3 novembre 2020, ridurre complessivamente il 'peso' dello stesso indice per assegnare il colore alle regioni e, soprattutto, integrare indicatori relativi alle coperture vaccinali".

"L'ulteriore calo dei nuovi casi settimanali - dichiara il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta -riflette gli ultimi effetti di 6 settimane di un'Italia tutta rosso-arancione".

"Si allenta ulteriormente anche la pressione sugli ospedali - aggiunge la responsabile ricerca sui Servizi sanitari della Fondazione Gimbe, Renata Gili -sia per la minore circolazione del virus che per i primi effetti della elevata copertura vaccinale negli over 80".

In dettaglio, in area medica dal picco raggiunto il 6 aprile (n. 29.337) i posti letto occupati sono 14.937, con una riduzione del 49,1% in 35 giorni. Solo la Calabria supera la soglia di allerta del 40%, arrivando al 42%. Sul fronte della terapia intensiva, invece, dal picco raggiunto il 6 aprile (n. 3.743) rimangono occupati 2.056 posti letto, con una riduzione del 45,1% in 35 giorni. La soglia di saturazione del 30% risulta superata, seppur di poco, in Lombardia e in Toscana, entrambe al 32%.

"Nelle terapie intensive - spiega il direttore operativo della Fondazione Gimbe, Marco Mosti -il numero dei nuovi ingressi giornalieri continua a scendere, con una media mobile a 7 giorni che questa settimana ha raggiunto i 110 ingressi/die".

Sul fronte della campagna vaccinale, il presidente Cartabellotta denuncia che "al di la' di ritardi e irregolarità delle consegne di AstraZeneca, finora Johnson & Johnson ha consegnato solo 'briciole' e oltre 7 milioni di dosi CureVac restano vincolate ai tempi di approvazione dell'Ema. In altri termini, tenuto conto anche del numero esiguo di dosi di Moderna, la campagna vaccinale in Italia è sempre più Pfizer-dipendente".

Il Rapporto della Fondazione Gimbe mette inoltre in luce come solo il 9,9% degli over 80 (n. 439.599) non abbia ricevuto neppure una dose di vaccino, percentuale che sale al 25,9% della fascia 70-79 anni (n. 1.548.525) e che arriva al 49,6% in quella 60-69 anni (n. 3.650.078).

Dunque, sono oltre 5,6 milioni le persone a rischio elevato di ospedalizzazione ancora totalmente scoperte dalla protezione vaccinale. "A fronte di percentuali così elevate di over 60 non ancora coperte dalla prima dose - commenta Cartabellotta -da un lato si offre alle Regioni di aprire sino ai 40 anni per non rallentare le somministrazioni, dall'altro non si rendono noti i numeri di mancate adesioni e rifiuti selettivi di AstraZeneca, che hanno 'costretto' ad estendere l'intervallo della seconda dose dei vaccini Pfizer e Moderna sino a 42 giorni con il solo obiettivo di supplire alla carenza di dosi di vaccini a mRNA".

Considerando che la campagna vaccinale sta entrando in una fase condizionata dall'adesione della popolazione, secondo la Fondazione è necessario integrare la prenotazione volontaria con un sistema a chiamata attiva, coinvolgendo in maniera sistematica e capillare i medici di famiglia e mettendo in campo un'adeguata campagna di comunicazione istituzionale e strategie di persuasione individuale. "La verosimile ripresa della circolazione del virus in un'Italia quasi tutta gialla - conclude Cartabellotta - richiede una revisione dell'algoritmo delle regioni 'a colori', come già proposto dalle regioni.

Con il progredire delle vaccinazioni di anziani e fragili, entriamo infatti in una fase dell'epidemia dove a fronte di un'elevata circolazione del virus ci si attende un impatto sempre minore sugli ospedali. Tuttavia, una revisione integrale del sistema rischia di avvitarsi in sterili tecnicismi e di divenire terreno di scontro governo-regioni, che, ritardando la modifica normativa, potrebbero nel frattempo mandare in arancione alcune regioni".  


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