sezioni
Una circolare dei ministeri dell'Interno e della Salute chiarisce che la sanzione scatta solo se la sostanza ha effetti durante la guida, escludendo chi assume farmaci.
Una recente circolare congiunta dei Ministeri dell'Interno e della Salute ha fornito nuove direttive sull'applicazione dell'articolo 187 del Codice della Strada, riguardante la guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Secondo il documento, la sanzione è applicabile solo se si dimostra che la sostanza assunta produce ancora effetti al momento della guida, influenzando negativamente le capacità psicofisiche del conducente.
Questa precisazione arriva dopo che la Corte Costituzionale ha esaminato la legittimità della normativa, in particolare in relazione a casi in cui la presenza di sostanze nel corpo non coincide con un'effettiva alterazione durante la guida. Un esempio emblematico è il caso di una donna a Pordenone che, dopo un incidente, è risultata positiva agli oppiacei a seguito dell'assunzione di farmaci contenenti codeina, ma senza manifestare segni di alterazione.
La circolare sottolinea l'importanza di una "correlazione temporale" tra l'assunzione della sostanza e la guida, specificando che la semplice presenza di tracce nel corpo non è sufficiente per l'applicazione della sanzione. Questo approccio mira a distinguere tra l'uso di droghe e l'assunzione di farmaci prescritti, evitando di penalizzare chi è sottoposto a trattamenti medici.
Il Ministero dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini, ha ribadito che l'obiettivo è garantire la sicurezza stradale senza colpire ingiustamente chi assume farmaci per motivi terapeutici. La direttiva, datata 11 aprile 2025, è stata inviata a prefetture e forze dell'ordine per uniformare l'applicazione delle norme su tutto il territorio nazionale.
In sintesi, la nuova interpretazione dell'articolo 187 del Codice della Strada stabilisce che la punibilità per guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti è legata all'effettiva alterazione delle capacità di guida al momento del controllo, escludendo i casi in cui le sostanze non producono più effetti.
Tuttavia, è interessante notare come lo stesso Ministro Salvini, in precedenti dichiarazioni, avesse adottato un tono decisamente più intransigente. Durante un comizio a Cagliari, affermò: "Per me la droga è morte, non ci sono droghe buone, non ci sono droghe simpatiche, droghe che fanno bene" . Inoltre, annunciò con enfasi: "Nel codice della strada che arriverà in Aula il primo marzo ho previsto - e l'ho scelto da ministro e da papà - il ritiro della patente per chi viene trovato alla guida drogato".
Queste dichiarazioni sembrano ora contrastare con l'interpretazione più sfumata fornita dalla recente circolare, che distingue tra la presenza di sostanze nel corpo e l'effettiva alterazione durante la guida.