Cassazione respinge le richieste di genitori contro trasfusioni, prevale il diritto del bambino

08 Febbraio 2025   10:52  

La Suprema Corte impone la priorità del benessere del minore rispetto alle convinzioni ideologiche dei genitori, chiarendo le dinamiche di scelta per le trasfusioni di sangue.

La Cassazione ha recentemente emesso una sentenza importante che riguarda il rifiuto di alcuni genitori di permettere la trasfusione di sangue a loro figlio, se il donatore fosse stato vaccinato contro il Covid-19. Il caso ha sollevato una questione cruciale riguardo al diritto del minore alla salute, prevalendo sulle convinzioni religiose e ideologiche dei genitori. La decisione è stata resa definitiva il 3 febbraio 2025 dalla prima sezione civile della Corte.

Il caso ha preso piede nel gennaio 2022, quando il bambino, affetto da una grave malformazione cardiaca, avrebbe dovuto sottoporsi a una chirurgia urgente che prevedeva una trasfusione. I genitori, motivati da convinzioni religiose contro l'uso di linee cellulari provenienti da feti abortiti per la produzione di vaccini, e da preoccupazioni riguardanti la proteina spike, avevano rifiutato di accettare il sangue da donatori vaccinati. A seguito di questo, i medici dell'ospedale coinvolto si erano rivolti al giudice tutelare di Modena, chiedendo l'autorizzazione per l'intervento e la trasfusione, nonostante il rifiuto dei genitori.

La posizione della Corte è stata chiara: le convinzioni religiose o ideologiche dei genitori non possono impedire al bambino di ricevere le cure necessarie. In alcuni casi, i diritti dei minori possono divergere da quelli della famiglia, e il giudice è obbligato a farsi garante del benessere del minore. La sentenza ha avuto un forte impatto, ritenendo "irragionevole" la richiesta dei genitori e dando la possibilità all'ospedale di agire in base alle necessità sanitarie del bambino, come stabilito dal giudice tutelare di Bologna.

Questo caso non solo ha messo in luce un conflitto tra libertà personale e diritti del minore, ma ha anche sollevato interrogativi su come decidere in situazioni di emergenza medica dove le convinzioni familiari possano ostacolare il trattamento necessario. La Corte ha ribadito che in circostanze simili, la priorità deve essere sempre data al diritto alla salute e alla protezione del bambino.

La vicenda ha suscitato dibattiti anche su scala più ampia, in quanto riflette la tensione tra i diritti individuali e le necessità mediche in situazioni delicate. La Cassazione ha chiuso ogni possibilità di appello, stabilendo che l'interesse superiore del minore è non solo il diritto fondamentale alla cura, ma anche alla tutela della sua salute, senza che ideologie o credenze possano prevalere su di esso.


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore