Caos procure, dopo dimissioni Grasso , Poniz nuovo presidente dell'Anm

17 Giugno 2019   10:56  

E' Luca Poniz di Area il nuovo presidente dell'Anm, mentre Giuliano Caputo di Unicost è confermato segretario. Entra in giunta Autonomia e indipendenza, con Cesare Bonamartini come vicesegretario dell'Anm.

 "C'è una gigantesca questione morale che investe la magistratura e non per quel fango che è emerso dalle intercettazioni. Dobbiamo ripensare alla degenerazione del correntismo e del carrierismo, alle progressioni di carriere, si è creata una brama di carriera con magistrati che si sono costruiti appositi percorsi". Lo dice il nuovo presidente dell'Anm, Luca Poniz, nel suo intervento al parlamentino dell'Anm dopo la sua elezione.

Si è dimesso il presidente dell'Anm Pasquale Grasso. Dopo aver ascoltato gli interventi dei rappresentanti dei gruppi all'interno all'Anm nel Comitato direttivo centrale, Grasso ha rassegnato le proprie dimissioni come aveva anticipato in apertura nel caso avesse avuto sentore di una richiesta in tal senso. "Vi ho ascoltato - ha detto - vi comprendo e ovviamente rassegno le mie dimissioni"

"Vi ho ascoltato tutti. Vi comprendo e vi rispetto. Vi rispetto e vi ringrazio. Vi rispetto molto più di quanto abbiate dimostrato di rispettare me", ha detto Grasso annunciando le sue dimissioni. "Potrei osservare che le vostre considerazioni hanno deliberatamente trascurato la prospettiva cronologica degli avvenimenti. Potrei dolermi di convenienti fraintendimenti della mia condotta", ha aggiunto, ma "vi ho ascoltato e compreso".

"Ovviamente rassegno le mie dimissioni. Lo faccio serenamente, dicendo no a me stesso. Nel ricordo di un grande intellettuale del passato, che ricordava che i moralisti dicono no agli altri, l'uomo morale dice no a se stesso".

 "Rivendico - ha detto in apertura del Comitato direttivo dell'Associazione - con forza la correttezza e la coerenza della linea di azione, politica, giuridica e morale, che, come presidente dell'Anm, componente di questo Comitato direttivo centrale e come magistrato, ho proposto e seguito". "Nell'iniziale deflagrare di notizie di stampa, la chiara affermazione e rivendicazione di un principio non negoziabile: no a qualsiasi forma di 'cessione dell'autogoverno', centralità del Consiglio, decisa affermazione del fatto che coloro i quali avessero operato nel modo descritto dalla stampa non potevano essere o rimanere rappresentanti dei magistrati nel Consiglio. Questo - ha affermato - il chiaro senso di ogni mia dichiarazione privata e pubblica", fino all'abbandono del gruppo di Magistratura Indipendente, per "una netta frattura tra il sottoscritto e la dirigenza di MI".
   

 

 

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