Bruxelles, Commissione europea, Ursula Von der Leyen all'esame del voto

16 Luglio 2019   09:47  

Lunedì di passione a Strasburgo per Ursula von der Leyen. Nel suo ultimo giro di consultazioni alla vigilia del cruciale voto di oggi, la candidata designata dai capi di Stato e di governo a presiedere la Commissione europea si è giocata il tutto e per tutto nell'offensiva finale alla ricerca dei voti necessari per essere confermata dal Parlamento Ue.

Voglio garantire che in una economia sociale di mercato ogni persona che lavora a tempo pieno possa avere un salario minimo che garantisca una vita dignitosa". Così Ursula von der Leyen. "Perciò svilupperemo un quadro nel rispetto dei quadri di lavoro - ha aggiunto -, l'opzione ottimale è avere contrattazioni collettive con i sindacati perché loro possono adeguare il salario minimo al settore e al comparto. So che ci sono modelli diversi ma dobbiamo creare un quadro generale".

"Presenterò un accordo verde per l'Europa nei primi cento giorni del mio mandato", ha detto la candidata designata dai Ventotto alla presidenza della Commissione europea intervenendo in aula a Strasburgo. "Una delle sfide pressanti" per l'Ue "è mantenere il pianeta sano. È la più grande responsabilità e opportunità del nostro tempo", ha sottolineato von der Leyen. "Voglio che l'Europa diventi il primo continente climaticamente neutrale entro il 2050", ha aggiunto la ministra tedesca, applaudita dall'emiciclo. "Per realizzare questo obiettivo - ha aggiunto - dobbiamo compiere passi coraggiosi insieme. Il nostro obiettivo di ridurre le emissioni" di Co2 "del 40% entro il 2030 non è sufficiente", è necessario "andare oltre" puntando a una riduzione delle emissioni "del 50% se non 55%".

"Noi vogliamo il multilateralismo, il commercio equo e difendiamo un ordine basato sulla legge" ma anche "procedere sullo stile europeo". "Ma dobbiamo riscoprire la nostra unità e se siamo uniti dall'interno nessuno ci potrà dividere dall'esterno e allora potremo trasformare le sfide di domani in opportunità", ha aggiunto.

"Finalmente una donna è stata candidata alla presidenza della Commissione europea. Lo sono grazia a tutti coloro che hanno rotto le barriere e le convenzioni e che hanno costruito una Europa basata sulla pace, unita, e basata sui valori", ha detto Ursula von der Leyen riscuotendo un applauso della Plenaria. Von der Leyen ha poi ricordato Simone Veil.

"Il Mediterraneo è diventato una delle frontiere più letali al mondo, in mare c'è l'obbligo di salvare le vite", ha aggiunto von der Leyen riscuotendo un applauso. "L'Ue ha bisogno di frontiere umane - ha aggiunto -, dobbiamo salvare le vite, ma anche dobbiamo ridurre la migrazione irregolare, lottare contro gli scafisti".

I numeri sono in bilico, ma alla fine la ministra tedesca dovrebbe farcela, è la previsione che si fa tra i corridoi dell'Eurocamera, con i due partiti di governo in Italia - Lega e M5s - che pur non facendo parte della maggioranza a Strasburgo sarebbero orientati a votare a favore.

Certa dell'appoggio dei popolari, il suo gruppo, von der Leyen ha cercato di rassicurare le altre due forze pro-Ue - socialisti e liberali-centristi - su clima, difesa dello stato di diritto, riforma di Dublino e flessibilità nell'applicazione delle regole del Patto di stabilità. L'ultimo rush per racimolare il maggior numero di consensi calcolatrice alla mano per spuntare gli almeno 374 voti necessari. Anche dalla Lega sono arrivate aperture. Nonostante von der Leyen abbia cancellato l'incontro con il capogruppo di Identità e democrazia, il leghista Marco Zanni, fonti a Strasburgo hanno riferito di contatti intercorsi tra lo staff del gruppo sovranista al Parlamento europeo e quello della ministra tedesca.

"L'interlocuzione va avanti e si sta facendo una valutazione sul merito, al di là del mancato incontro. Non è escluso che la Lega alla fine voti a favore della candidata tedesca perché ad esempio sulla riforma di Dublino e sul tema dell'immigrazione abbiamo avuto buoni riscontri", hanno spiegato le fonti. Il condizionale comunque è d'obbligo, almeno fino a quando il gruppo Identità e Democrazia - del quale fanno parte la Lega di Salvini e il Rassemblement National di Marine Le Pen, che ha fatto il punto anche con i tedeschi di Afd - si riunirà per decidere la posizione da adottare dopo averla ascoltata in Aula.

Insomma, malgrado le spaccature tra i socialisti e qualche franco tiratore, von der Leyen dovrebbe comunque riuscire ad incassare una maggioranza di sì. Magari pescando anche tra i "nazionalisti dei partiti di governo di Ungheria, Polonia e Italia", sottolinea il Financial Times, che si chiede però a quel punto quanto la tedesca potrebbe "spingere su una procedura per deficit eccessivo nei confronti dell'Italia avendo avuto i voti della Lega" o sulla difesa dello stato di diritto verso Budapest e Varsavia.

"Stiamo valutando", ha fatto sapere dal canto suo l'europarlamentare del M5S Fabio Massimo Castaldo, precisando che il Movimento deciderà dopo avere sentito le sue dichiarazioni. Castaldo ha però ricordato che le "apertura sul tema" del salario minimo da parte della tedesca "sono state sicuramente importanti" e il M5S "le ha apprezzate". Dichiarazioni che si intrecciano e marciano di pari passo con la partita sui futuri commissari oramai entrata nel vivo.

L'Italia guarda al suo posto e non intende rinunciare ad ottenere una posizione di riguardo nel futuro esecutivo comunitario, come la Concorrenza o l'Industria, se non il Commercio. Ma quella partita - comunque in salita per la Lega - si aprirà subito dopo la conferma della candidata presidente. Quasi a voler sfidare il destino che l'attende domani intanto, von der Leyen ha fatto sapere che si dimetterà dalla sua carica di ministro della Difesa tedesca esattamente il giorno dopo. Una decisione che Angela Merkel, che probabilmente ha avuto un ruolo decisivo nelle mediazioni di queste ore, legge come "un segnale forte": "La rispetto. E' chiaro che vuole entrare con tutta la forza in una nuova fase della sua vita", ha detto la cancelliera dicendosi "fiduciosa" sul risultato, di cui ha tra l'altro parlato ieri in una telefonata con il premier Giuseppe Conte.

 


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