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Il Ministero dell’Istruzione chiarisce che l’obbligo formativo risulta pienamente assolto tramite educazione domiciliare, convalidata da una scuola autorizzata e confermata dagli uffici regionali competenti.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha diffuso una nota ufficiale per chiarire la situazione legata alla vicenda della cosiddetta “casa nel bosco”, precisando che gli studenti coinvolti risultano in regola con l’obbligo scolastico. Secondo quanto comunicato, la formazione è garantita tramite educazione domiciliare, una modalità prevista e tutelata dalla Costituzione e dalle norme nazionali che regolano il diritto allo studio.
La conferma formale è arrivata dal dirigente scolastico dell’istituto di riferimento, attraverso gli uffici dell’Ufficio Scolastico Regionale, che hanno attestato la validità del percorso educativo e la presenza del necessario supporto didattico da parte di una scuola regolarmente autorizzata. Questa forma di istruzione, spesso adottata da famiglie che vivono in contesti peculiari o isolati, prevede una verifica periodica delle competenze acquisite, in modo da garantire standard formativi equivalenti alla frequenza tradizionale.
Il Ministero ha ribadito che l’educazione parentale e domiciliare non è una pratica occasionale o priva di controllo, ma segue procedure precise: comunicazione alla scuola di prossimità, piani didattici coerenti, monitoraggi annuali e verifiche finali. Elementi che, in questa circostanza, risultano pienamente rispettati.
La vicenda, diventata oggetto di forte attenzione mediatica e dibattito pubblico, ha alimentato interrogativi sulle forme alternative di istruzione. L’Istituzione ha voluto così richiamare ancora una volta il principio fondamentale che regola il sistema educativo italiano: il diritto all’istruzione può essere garantito anche al di fuori delle aule tradizionali, purché nel rispetto delle norme, dei controlli e delle tutele previste per ogni minore.