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Migliaia di automobilisti intrappolati per ore tra Teramo e il Gran Sasso, senza alternative né informazioni adeguate, in un rientro festivo da incubo.
Il rientro dal ponte del 2 giugno si è trasformato in un calvario per migliaia di automobilisti, camperisti e pullman che, nella serata di ieri, hanno affrontato un interminabile ingorgo sull’autostrada A24, nel tratto compreso tra Teramo e il Traforo del Gran Sasso. Le code, inizialmente segnalate come lunghe 3 chilometri, si sono estese fino a 4 chilometri, con tempi di percorrenza aumentati di oltre un’ora rispetto alla media .
La situazione è stata aggravata dalla mancanza di informazioni chiare e alternative viabili. La SS80, erroneamente ritenuta chiusa per lavori, è stata evitata da molti automobilisti, costretti a imboccare la A24. Tuttavia, i lavori di chiusura della SS80 sono iniziati solo oggi, 3 giugno . La totale assenza di comunicazioni efficaci da parte di Regione Abruzzo, Strada dei Parchi, Anas e CIS ha lasciato gli utenti senza indicazioni utili, mentre il numero dedicato alla viabilità, il 1518, risultava inaccessibile.
Il traffico si è trasformato in un vero e proprio imbuto, con tratti a passo d’uomo, frequenti stop da 15-20 minuti e manovre obbligate su viadotti tra i più alti d’Italia. Le corsie alternate senza logica apparente hanno contribuito al caos, con oltre cinquanta veicoli in panne segnalati, bambini spaventati e soccorsi impossibilitati a farsi largo .
Fortunatamente, le temperature miti della giornata hanno evitato conseguenze più gravi. Tuttavia, se tutto ciò fosse accaduto in piena estate, con temperature elevate e assenza di aree di sosta adeguate, ombreggiate o attrezzate, le criticità sarebbero state ben più gravi. La tratta, infatti, è notoriamente priva di vere aree di servizio, un elemento che in piena estate potrebbe mettere a rischio la salute degli utenti bloccati.
Paradossalmente, una gestione più lineare – mantenendo una singola corsia per senso di marcia, lasciando le altre come corsie di emergenza – avrebbe forse permesso un deflusso più ordinato, evitando il continuo “balletto” tra carreggiate e garantendo spazi di sosta per i mezzi in difficoltà.
E tutto ciò è avvenuto in assenza di incidenti. Se un sinistro si fosse verificato, la situazione sarebbe rapidamente degenerata. In aggiunta, Strada dei Parchi non ha previsto alcuna agevolazione tariffaria, costringendo gli automobilisti a subire code anche ai caselli per il pagamento, rallentando ulteriormente il rientro. Caselli aperti avrebbero potuto agevolare almeno questa fase finale.
Resta da chiedersi se questa prova generale – disastrosa e pericolosa – porterà Regione Abruzzo, Strada dei Parchi, Anas e le forze dell’ordine a strutturare un piano B viabilità per le prossime occasioni di grande afflusso. Dopo quanto accaduto, molti potrebbero ripensarci prima di tornare sulla costa teramana. Chi scrive lo farà sicuramente.