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PORDENONE - Gli investigatori si erano resi conto subito che il duplice omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone era una vera e propria esecuzione.
Ad impugnare la pistola doveva essere necessariamente un professionista, un killer spietato e infallibile.
I particolari descrivevano l'assassinio come ben congeniato, lo sparatore aveva agito nell'ombra in un luogo sempre molto frequentato impugnando un'arma calibro 7,65 che è comunissima, ma molto imprecisa.
Eppure chi ha sparato è stato freddo, lucido e perfetto e nei pochi secondi concessi dalla sorpresa li ha freddato con colpi alla testa.
Così si indaga sulle vite di Teresa e Trifone, «per risolvere il rebus bisogna capire in quale grosso guaio si erano cacciati questi due ragazzi» confessano gli investigatori.
«La 7.65, - continuano gli inquirenti - proprio perché di uso comunissimo è anch'essa anonima e non ha una storia: a questo punto dovremmo probabilmente ribaltare il punto di vista e analizzare chi possa essere in grado, con uno strumento così poco efficace e impreciso, di essere quasi infallibile».