Ue: Nuovo round sulle nomine dopo lo stop alla proposta della Merkel

02 Luglio 2019   09:56  

Nuovo round del vertice europeo per la scelta dei top job in Europa. Dopo la fumata nera di due giorni fa il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk ha riconvocato i 28 per le 11 di oggi. 

"In partenza per Bruxelles per un'altra intensa giornata insieme ai leader europei, in cui proveremo a disegnare e a costruire l'Europa dei prossimi anni. Come ho fatto fino ad oggi, e ancora di più nelle ultime ore, darò il mio convinto contributo affinché tra le famiglie europee non primeggi né, soprattutto, si imponga un asse su un altro, ma si trovi il giusto equilibrio sulla base di criteri di scelta delle persone ben bilanciati", lo scrive su Facebook il premier Giuseppe Conte, che prenderà parte al Consiglio europeo a Bruxelles.

"Dobbiamo individuare personalità che sappiano rinnovare il sogno europeo, che abbiano una chiara visione e sappiano esprimerla con coraggio, evitando di rifugiarsi nella angusta logica dell'austerity o di affidarsi al primato della finanza. Vogliamo personalità che mettano al centro la crescita, i cittadini, le persone".

La proposta avanzata domenica da Angela Merkel del tandem Frans Timmermans-Manfred Weber per le presidenze di Commissione e Parlamento europeo non è andata giù a quasi tutti i premier popolari dei Paesi Ue. Ed ora rischia di diventare un boomerang non solo per la Cancelliera, ma anche per quell'asse franco-tedesco contro il quale in tanti puntano volentieri il dito. Non tanto per la sua supposta funzione di motore dell'integrazione Ue, quanto accusandolo di imporre dei diktat, come appunto nel caso delle nomine europee.

"C'è un'evidente perdita di lucidità nel modus operandi della donna più potente d'Europa", commenta chi sta vivendo da vicino l'impasse creatosi attorno alla scelta dei candidati per le nomine Ue.

Uno stallo causato in primis proprio da quella che è la sua famiglia politica, cioè i popolari. Che invece di sostenere la strategia di Merkel (e Macron), l'ha silurata come forse non mai.

Contro la proposta arrivata dall'asse franco-tedesco si sono schierati quasi all'unisono Bulgaria, Croazia, Ungheria, Irlanda, Polonia, Romania e altri Paesi non governati dai popolari, come l'Italia.

"Merkel ha compiuto errori inspiegabili", secondo molti osservatori. Prima di tutto di metodo, non preparando adeguatamente il terreno nel Ppe alla proposta che poi avrebbe presentato. Ma anche di sostanza, nel tentare di imporre una candidatura al Parlamento Ue, l'unica istituzione dell'Unione eletta direttamente dai cittadini.

A tutto ciò si aggiunge l'ostilità dei popolari nei confronti di un accordo che sembra rispondere troppo agli interessi della Germania, tanto che i maligni sostengono sia stato messo a punto dall'ex presidente del Pe, il socialista tedesco Martin Schulz.

Le critiche che le sono piovute addosso e troppi risultati elettorali deludenti hanno già spinto Frau Angela - che il 17 di questo mese compirà 65 anni - ad annunciare il passaggio del testimone al suo successore, Annegret Kramp-Karrenbauer. E la prova che sta affrontando a Bruxelles potrebbe essere ora un altro passaggio cruciale. Con il rischio che la classe politica europea perda colei che è stata per anni, nel bene e nel male, un imprescindibile punto di riferimento.

La complicata partita delle nomine fa slittare le decisioni di Bruxelles sui conti pubblici italiani dopo ok di ieri all'assestamento di Bilancio in Consiglio dei ministri.


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