Torna il latino e poesia a memoria: il piano di Valditara scuote la scuola

15 Gennaio 2025   16:40  

Nuove linee guida scolastiche: italiano, lettura della Bibbia e letteratura per costruire il futuro, valorizzando la tradizione e la memoria storica.

La scuola italiana è pronta a cambiare volto con le nuove indicazioni nazionali promosse dal Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che annuncia un ritorno alle radici culturali, pur guardando al futuro. Tra le proposte, la reintroduzione del latino nelle scuole medie, lo studio dei testi epici e della Bibbia, insieme alla riscoperta delle poesie imparate a memoria. Valditara sottolinea che non si tratta di un semplice ritorno al passato, ma di una strategia che combina innovazione e tradizione per rafforzare l’identità culturale.

Il piano educativo tracciato dal ministro riguarda bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni e punta a rinnovare anche le scuole superiori. Tra le principali novità c’è l’abolizione della geostoria in favore di un approccio più narrativo alla storia italiana, dai tempi antichi fino all’età moderna. L’introduzione opzionale del latino dalla seconda media mira a rafforzare la consapevolezza delle radici linguistiche e culturali dell’italiano.

Tra i nuovi obiettivi figura anche la promozione della letteratura sin dalle prime classi elementari, con letture adatte ai più piccoli per stimolare la scrittura e il piacere di leggere. «Vogliamo che i ragazzi sviluppino un gusto per i testi e migliorino le loro abilità linguistiche», spiega Valditara. A questo si aggiunge lo studio della mitologia classica e delle saghe nordiche, per nutrire la fantasia senza trascurare l’importanza della grammatica e delle regole linguistiche.

La musica, poi, avrà un ruolo di primo piano: gli studenti saranno avvicinati alla comprensione musicale già dalla prima elementare, grazie a esperti come il violinista Uto Ughi e il latinista Andrea Balbo, coinvolti nello sviluppo delle nuove linee guida.

Un altro obiettivo chiave è combattere quella che Valditara definisce la “sindrome italiana”, una scarsa conoscenza del patrimonio culturale nazionale: secondo recenti dati del Censis, il 41% degli italiani attribuisce erroneamente l’“Infinito” a Gabriele D’Annunzio, mentre il 35% crede che Eugenio Montale sia stato Presidente del Consiglio. Le nuove direttive mirano a colmare queste lacune con un focus sul patrimonio storico e sulle radici della civiltà greco-romana e cristiana.

Il latino, spiega il ministro, sarà un’opportunità per comprendere meglio l’eredità comune delle culture europee e il continuo dialogo tra antico e moderno. La sfida educativa si annuncia ambiziosa, ma punta a formare cittadini più consapevoli e preparati, capaci di apprezzare il ricco patrimonio culturale italiano e mondiale.


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