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ROMA - Matteo Renzi ora "mette mano" anche alla Rai e ha pronta la bozza di una riforma della tv pubblica radicale.
Per primo un manager, un capo che realmente sia respinsabile e principale faro delle emittenti pubbliche italiane.
Questa figurà dovrà essere un vero responsabile che possa decidere al posto delcda di nomina politica e svincolato al vaglio della Corte dei Conti.
In secondo luogo le tre reti pubbliche dovranno specializzarsi, non più tre generaliste, ma tre canali fortemente diretti ad un pubblico specifico e di cui uno completamente privo di spot.
"La Rai non è una municipalizzata di provincia, la prima industria culturale italiana non può sottostare a procedure cavillose chilometriche o avere l'incubo della Corte dei Conti", recita il documento di maggioranza che delinea le linee guida della riforma, "la nostra creatività e la nostra professionalità - si apprende da fonti parlamentari - hanno le carte in regola per gareggiare con i grandi network a livello mondiale, per entrare nei mercati internazionali delle produzioni di eccellenza, per esportare all'estero le fiction che raccontano l'Italia, ma devono essere messe nelle condizioni di farlo".