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"Scusate, ho sbagliato". Lo ha detto Luca Traini, l'uomo che il 3 febbraio scorso sparò a diversi migranti in un raid a Macerata in cui rimasero ferite sei persone, oggi in aula davanti alla Corte di Assise di Macerata, dove si svolge il processo con rito abbreviato a suo carico.
Dopo le dichiarazioni spontanee di Traini in aula, questa mattina, la procura ha chiesto 12 anni di carcere per i reati di strage aggravata dall'odio razziale e porto abusivo d'arma. Il processo si svolge a porte chiuse.
"In carcere ho capito di aver sbagliato e che non esistono differenze tra neri e bianchi", ha detto ancora Traini leggendo da un foglio. "Non provo nessun odio razziale", ha continuato. "Volevo fare giustizia contro i pusher per il bombardamento di notizie sullo spaccio diffuso anche a causa dell'immigrazione: anche la mia ex fidanzata assumeva sostanze", come Pamela Mastropietro, la ragazza romana fatta a pezzi e chiusa in due trolley abbandonati nella campagna di Macerata.
Infine Traini ha chiarito di aver avuto "un'infanzia difficile" ma non sono né "matto" né "borderline", ha detto.