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I carabinieri di Torino hanno arrestato dieci albanesi responsabili, a vario titolo, di reclutamento, sfruttamento e induzione alla prostituzione, porto abusivo di armi, usura, estorsione, lesioni aggravate e produzione di droga.
I "mercanti del sesso" controllavano una decina di prostitute albanesi e greche, giunte in Italia con la promessa di una casa e un lavoro e poi costrette alla strada.
Le donne, secondo quanto accertato dai militari, venivano ripetutamente picchiate dai loro aguzzini, soprattutto quando non ottenevano i guadagni sperati.
Condizioni di vita al limite, con una ragazza costretta ad abortire per strada e presentarsi comunque sul marcipiede. Le prostitute erano inoltre controllate con software spia installati sui loro cellulari.
I mercanti del sesso investivano i guadagni della prostituzione nella produzione industriale di marijuana, con i carabinieri che hanno scoperto tre piantagioni a Corio (To), Mortara (Pv) e Abbiategrasso (Mi), gestite dagli indagati con la collaborazione di altri albanesi, fra cui un esperto in botanica, che individuava le aree da disboscare e su cui coltivare la cannabis.
Le piante rinvenute sono circa 4 mila, per un valore di diversi milioni di euro.