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Dall'Emilia Romagna alle Marche, il maltempo ha causato allagamenti, frane e evacuazioni, con danni ingenti e una situazione ancora critica.
Il maltempo non dà tregua all'Italia, e dopo aver colpito duramente l'Emilia Romagna, si sposta nelle Marche. Qui, i Vigili del Fuoco sono stati impegnati in oltre 700 operazioni di soccorso, con l'intervento di 150 unità. Le province più colpite sono state Ancona, Macerata e Pesaro Urbino, dove i danni d'acqua e le evacuazioni hanno messo in ginocchio la popolazione. Le squadre di soccorso hanno fronteggiato allagamenti, rimozioni di alberi pericolanti e la messa in sicurezza di frane, mentre rimangono ancora 200 richieste di intervento, soprattutto per il prosciugamento di aree inondate nella zona di Ancona.
Particolarmente grave è la condizione di Lugo, in provincia di Ravenna, dove l'acqua ha inondato gran parte della città. La sindaca, Elena Zannoni, ha comunicato che anche il centro cittadino rischia di essere travolto dalle acque nelle prossime ore. "La nostra priorità è mettere in sicurezza le persone," ha dichiarato, spiegando che nonostante l'evacuazione di alcuni pazienti dall'ospedale, il pronto soccorso rimane operativo. Le autorità locali, insieme alla Protezione Civile e ai servizi sociali, stanno coordinando i soccorsi e l'accoglienza per i cittadini evacuati.
Anche a Modigliana, nell'Appennino tosco-romagnolo, la situazione resta drammatica. Il sindaco Jader Dardi ha descritto come il torrente Tramazzo sia esploso con una violenza senza precedenti, superando i livelli raggiunti durante le alluvioni dell'anno scorso. Le frane e i danni alle infrastrutture locali si sommano a quelli già subiti nel passato, aggravando ulteriormente una condizione già critica.
Mentre si continua a lavorare senza sosta per garantire sicurezza e assistenza agli sfollati, si apre il dibattito sulle responsabilità e sulla necessità di prevenzione. Il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, ha evitato polemiche ma ha ribadito l'importanza di una prevenzione strutturale: "Finché non attueremo una seria prevenzione da parte di tutte le Regioni, continueremo a fronteggiare emergenze." Ha poi sottolineato il valore delle casse di espansione come strumenti fondamentali per evitare future alluvioni, criticando il fatto che dovrebbero essere realizzate nella gestione ordinaria, prima delle emergenze.
Musumeci ha inoltre richiamato la necessità di un confronto costruttivo tra il governo centrale e le Regioni, rivelando di aver chiesto conto delle infrastrutture realizzate in Emilia Romagna negli ultimi anni e sottolineando che il governo è presente "con fatti concreti", evitando il clamore mediatico.
Nel frattempo, il sistema di protezione civile è stato rafforzato dall'arrivo di colonne mobili di volontariato provenienti da diverse Regioni italiane. Alpini (ANA), Misericordia, e squadre provenienti da Veneto, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e dalla Provincia autonoma di Trento si sono unite agli oltre 500 volontari già operativi sul territorio. Ulteriori aiuti stanno arrivando anche da Liguria, Lazio, Marche e Umbria, mobilitando in tutto più di 100 unità.
Particolarmente preoccupante è la situazione a Ravenna, dove il ponte ferroviario di Boncellino sul fiume Lamone è a rischio. Anche altre zone lungo il Lamone, come Faenza e le frazioni di Villanova, sono sotto sorveglianza a causa delle esondazioni.
Oltre alle esondazioni, le frane rappresentano un altro serio problema in diverse aree dell'Appennino. Tra i comuni più colpiti ci sono Riola e Casola Valsenio, dove alcune frazioni risultano isolate e si lavora per ripristinare i collegamenti.
Mentre il maltempo sembra allentare la sua morsa, resta molto lavoro da fare per riportare la situazione alla normalità e prevenire ulteriori danni. La macchina dei soccorsi è attiva, ma le sfide continuano a essere imponenti.