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Sulla legittima difesa, i cittadini non devono più essere sottoposti a "calvari giudiziari" per provare la loro innocenza. Lo ha sottolineato il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, intervenuto alla trasmissione Rai Agorà. "La legittima difesa - ha premesso - è un tema che riguarda la giustizia, non riguarda la sicurezza. Non diamo un po' di pistole in giro perché la gente si difenda: questo è fuorviante. Nel momento in cui un cittadino è solo in casa davanti alla minaccia di un criminale, allora lo Stato ha già fallito in termini di sicurezza".
"I cittadini che spesso si difendono legittimamente - ha annotato il guardasigilli - oggi si sentono abbandonati dallo Stato perché si trovano a dover fare tre gradi di giudizio per dimostrare la loro innocenza. Questo non ha da accadere più. Si deve provare più agevolmente la propria innocenza". Bonafede ha ricordato che si sta studiando la soluzione "insieme alla Lega però ribadisco: il punto è cercare che chi si è difeso legittimamente non debba attraversare un calvario". Quanto alle indagini svolte dai pm, Bonafede ha detto: "Le indagini vanno sempre fatte nel caso in cui il criminale muoia per legittima difesa. Si tratta di dare a quel pm la possibilità di avere una legge da applicare più chiara di quella di ora. L'eccesso di legittima difesa sarà oggetto di revisione perché è una delle zone di ombra. Va valutato se un cittadino si trova davanti ad un criminale e ha paura e non è in grado di valutare lucidamente se criminale è in grado di sparare".
Sullo stop alla prescrizione dopo le sentenze di primo grado, il guardasigilli ha spiegato ancora: "Ho detto che quello è il punto di partenza. Che c'è di ragionevole nel fatto che ad un certo punto il giudice dice che il reato è prescritto? Questa cosa è inaccettabile per fatti meno gravi e più gravi. La ragionevole durata del processo deve pesare su spalle del governo, non sulle spalle della vittima o dell'imputato. Questo non è più accettabile".