La notte dei ricordi: un raggio di speranza tra il passato e il futuro

06 Aprile 2024   12:26  

Nel quindicesimo anniversario del terribile terremoto che ha colpito l'Aquila, una fiaccolata commemorativa ha illuminato la città in memoria delle 309 vittime. Due giovani del 2009, simboli di speranza, hanno acceso il braciere al termine del percorso, segnando un momento di profonda riflessione e resilienza.

Un fascio di luce ha squarciato l'oscurità nel cortile centrale del Palazzo di città, illuminando la notte del ricordo nel quindicesimo anniversario del devastante terremoto del 6 aprile 2009. Quella terribile scossa ha causato la perdita di 309 vite umane e ha sconvolto non solo la vita della città, ma anche di altri 55 comuni abruzzesi. Anche quest'anno, la commemorazione ha offerto un'occasione di raccoglimento e riflessione, con una fiaccolata che ha attraversato la città, passando per i luoghi più segnati dalla tragedia, avvenuta alle 3:32.

L'evento, nel corso degli anni, ha cambiato forma, ma ha mantenuto intatta la sua importanza come momento di unità e di rinascita per la comunità aquilana, proiettata verso il futuro senza dimenticare il passato.

A rappresentare il futuro, due giovani aquilani nati nel 2009 e iscritti al Conservatorio cittadino, sono stati chiamati ad accendere il braciere al Parco della Memoria, al termine del percorso a piedi che ha avuto inizio da via XX Settembre, nei pressi del Tribunale. Si tratta di Elisa Nardi, percusszionista, e Tommaso Sponta, violinista. Memoria e futuro si intrecciano, come dimostrano Vincenzo e Federico Vittorini, padre e figlio, entrambi voci simbolo tra i familiari delle vittime. "Questo è il momento di passare il testimone alle nuove generazioni", sottolinea Federico, "il terremoto ha colpito tutta la comunità, soprattutto i giovani. Dobbiamo investire in loro per creare nuove opportunità all'interno della nostra città".

L'esperienza dell'Aquila può offrire importanti insegnamenti al resto del Paese. "È una lezione che non possiamo permetterci di ignorare", insiste Sergio Bianchi, che ha perso un figlio nel sisma, "mentre il Paese si concentra sulla ricostruzione materiale, dimentica spesso di ricostruire le nostre famiglie". La fiaccolata è stata seguita dall'accensione del braciere e dalla lettura dei nomi delle vittime, seguite da una Santa Messa celebrata dall'arcivescovo Giuseppe Petrocchi nella basilica delle Anime Sante. Infine, alle 3:32, i simbolici rintocchi hanno ricordato il momento esatto del terremoto, sigillando il ricordo di quella tragica notte.


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