sezioni
Ormai litigano su tutto. E un affondo tira l'altro. Tra M5S e Lega il clima si fa sempre più teso. A partire dall'ultimo fronte di scontro, quello sullo sforamento dei parametri europei sui conti pubblici. "Sforare il 3% deficit/Pil? E' una cosa che si deve fare, non che si può fare" dice Matteo Salvini, a 'Porta a Porta'. Parole evocate già in mattinata, quando il leader leghista aveva annunciato che ''se servirà infrangere alcuni limiti del 3%, del 130-140%, noi tiriamo dritti. E se qualcuno a Bruxelles si lamenta, ce ne faremo una ragione''.
Replica Di Maio: "Basta sparate. Mi sembra abbastanza irresponsabile far aumentare lo spread, come sta accadendo in queste ore, parlando dello sforamento del rapporto debito-Pil, che è ancor più preoccupante dello sforamento deficit-Pil".
E poi rincara la dose: "Vengo a sapere che nella maggioranza qualcuno sta bloccando l'approvazione del nostro emendamento al decreto per la sanità in Calabria, emendamento che punta a togliere dalle mani dei partiti le nomine dei direttori generali nella sanità pubblica e che è nel contratto di governo. Se così fosse sarebbe molto grave". Auspica poi il capo grillino che "che questa baraonda ultradestra si fermi e finisca, e torniamo a fare le cose serie".
Ma a non prevedere un futuro roseo è, a sorpresa, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti che evoca lo spettro della crisi: "Se il livello di litigiosità resta questo dopo il 26 maggio è evidente che non si potrebbe andare avanti" dice a Porta a Porta, spiegando che questo "è il clima della campagna elettorale". Quanto ai continui litigi, "è davvero complicato - sottolinea il numero due della Lega - alla fine uno è esausto e si lascia andare a questi stati d'animo", alla stanchezza.