Divergenze autonomia e presunti fondi Russi infiammano giornata del Governo Giallo-Verde

12 Luglio 2019   09:14  

Prima lo strappo sull'autonomia, poi lo scontro sul decreto bis mentre Gianluca Savoini viene indagato per il caso dei presunti fondi russi alla Lega. Giornata bollente per il governo gialloverde in cui la tensione è altissima. 

Il premier Giuseppe Conte non ha assistito "a nessuno strappo, non per sminuire quelle che possono essere delle divergenze" sull'autonomia che "si farà". "Ci stiamo confrontando, non abbiamo ancora trovato una sintesi. Ma sono assolutamente fiducioso che anche su questo, sulla scuola, sull'istruzione, la troveremo. I tempi? Brevi, brevissimi", rassicura. Fatto sta che a un certo punto fonti della Lega affermano: "Sull'autonomia invece di andare avanti si torna indietro". Gabbie salariali e scuola fanno saltare il banco. "Si va avanti, ma nessuno spezzatino della scuola. Non lo permetteremo" dicono all'AdnKronos qualificate fonti M5S, presenti al tavolo, replicando così alla denuncia di un brusco rallentamento sulla riforma. Quanto alla proposta della Lega "di inserire le gabbie salariali, ovvero alzare gli stipendi al Nord e abbassarli al Centro-Sud" per "il M5S è totalmente inaccettabile" aggiungono le fonti 5S. "Una simile proposta - si sottolinea - spaccherebbe il Paese e la consideriamo discriminatoria e classista", perché inoltre "impedirebbe ai giovani di emanciparsi, alle famiglie di mandarli a studiare in altre università, diventerà difficile e costoso anche prendere un solo treno da Roma a Milano".

Il clima già caldo, si surriscalda, con lo scontro diretto tra il vicepremier Matteo Salvini e il presidente della Camera Fico sul decreto Sicurezza bis. Il problema sono 8 emendamenti bloccati, secondo il leader del Carroccio, dalla terza carica dello Stato. "Emendamenti al decreto sicurezza, coofirmati da Lega e 5Stelle, per migliorare qualità della vita di poliziotti e vigili del fuoco - dice Salvini in diretta Facebook - Mi stupisco". "Sono proposte già finanziate, che se non vengono approvate vedrebbero sparire quei soldi", aggiunge puntando il dito: "Spero che non ci sia una parte dei 5Stelle che tifa per l'Antipolizia". "Sono e sarò sempre a fianco delle forze dell'ordine che fanno un lavoro encomiabile per garantire diritti, convivenza civile e sicurezza nelle nostre città. Qualcuno oggi dice che ho preso una decisione politica, quella di bloccare delle proposte a favore delle forze di polizia. Dice il falso e fa propaganda, o semplicemente ignora come funziona la Camera - ha replicato su Facebook Fico - Solo poco fa ho ricevuto dei ricorsi, ma non riguardano interventi sulla Polizia di Stato perché quegli emendamenti sono già stati dichiarati ammissibili dai presidenti di commissione competenti questo pomeriggio. Ad ogni modo i ricorsi arrivati saranno esaminati alla luce del regolamento come ho sempre fatto in modo imparziale da quando sono presidente della Camera". "Finché questi emendamenti" per forze dell'ordine e vigili del fuoco "non rientrano, i lavori parlamentari" sul decreto sicurezza bis "non riprenderanno", annuncia il ministro dell'Interno parlando di problema serio".
 
Nel frattempo per tutto il giorno il caso dei presunti fondi russi alla Lega cresce. Viene aperta un'inchiesta e Gianluca Savoini viene iscritto nel registro degli indagati a Milano. "Non ho mai preso soldi dalla Russia, non ho mai parlato a nome della Lega e di Salvini, non ho mai fatto cose illegali e non ho mai incontrato 'emissari del Cremlino'", afferma all'Adnkronos Savoini. "Io da Mosca ho sempre portato a casa solo Matrioske, Masha e orso per mia figlia, chiunque dice il contrario mente",commenta Salvini nel corso di una diretta Facebook, riferendosi alle accuse. "Siamo scomodi, è evidente, siamo indagati e intercettati e processati non solo in Italia", ha aggiunto il vicepremier che più tardi aggiunge: "Ho pieno rispetto per le indagini in corso ma se cercate rubli a casa mia o nelle casse della Lega non li trovate".

"La magistratura deve fare il suo corso", sottolinea il premier Giuseppe Conte che parte "da un concetto, il concetto di fiducia". "Io sono un uomo di legge e sapete come la penso. A ognuno le proprie responsabilità e il proprio ruolo istituzionale, ben venga l'impegno della magistratura, saranno fatte tutte le verifiche" sulla vicenda, ha aggiunto.

A dirsi preoccupati sono i 5 Stelle per i quali "l’apertura dell’inchiesta è una cosa da non sottovalutare". E dopo aver chiesto "trasparenza", votano sì a una commissione d'inchiesta sui finanziamenti (ipotesi avanzata dal Pd) "a tutti i partiti, associazioni e fondazioni collegate. Dal Pd aspettiamo ancora i nomi dei componenti della commissione d'inchiesta sulle banche", fanno sapere fonti M5S.


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