Covid, La pandemia nel mondo Stati Uniti oltre i 27 milioni di casi, Cina a contagi zero

08 Febbraio 2021   10:01  

Con 395.153 contagi e 7.816 morti per Covid registrati in poco meno di 24 ore dal database della Johns Hopkins University, il mondo ha ormai oltrepassato il traguardo dei due milioni e trecentomila morti dalla comparsa del Covid-19. Per la precisione, si segnalano ad oggi 106.166.898 contagi di cui 2.317.379 risultati letali. 

Paesi con oltre 2 milioni di casi A livello di singoli paesi, gli Stati Uniti restano di gran lunga la nazione che riporta il maggior numero di contagi, con oltre 27 milioni di casi confermati (27.006.445). Tra i paesi che hanno superato i 2 milioni di casi seguono l'India (10.838.194), il Brasile (9.524.640), la Gran Bretagna (3.957.177), la Russia (3.923.461), la Francia (3.395.981), la Spagna (2.941.990), e l'Italia, dove ieri sono stati rilevati 11.641 nuovi casi e 270 morti con un indice di positività che sale al 5,62% per un totale di 2.636.738 contagi. La classifica prosegue con Turchia (2.531.456), Germania (2.291.673) e Colombia (2.157.216). 

Stati Uniti vs Cina In una domenica - quella appena trascorsa - in cui la Cina è tornata a segnare uno zero sul bollettino delle nuove infezioni da Covid-19 (non accadeva dal 16 dicembre) e 14 casi importati dall'estero, gli Stati Uniti, con almeno 87.727 positività in 14 ore (fonte Nyt), hanno superato i 27 milioni di contagi dalla comparsa del morbo. Stando ai numeri, appare abissale il divario che ha caratterizzato finora l'impatto della malattia sulle due nazioni.

Su circa un miliardo e 400 milioni di abitanti la Cina, stando al database della Johns Hopkins University, ha rilevato appena 100.389 contagi e 4.822 morti dall'apparizione della malattia, mentre gli States (con 328 milioni di abitanti) sono ormai giunti a 27.006.445 infezioni di cui 463.471 rivelatesi letali: un valore che ha ormai ampiamente superato il totale delle vittime statunitensi in tutta la seconda guerra mondiale.

Quattordici paesi al mondo non hanno mai conosciuto il coronavirus. Lo rivela un rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità stilato ad un anno dall'inizio della pandemia. 
Dalle Samoa americane a Sant'Elena, dodici di questi paradisi "covid free" sono isole o isolotti a migliaia e migliaia di chilometri dalla costa che sin dall'inizio hanno attuato politiche sugli ingressi rigidissime, chiudendosi al mondo esterno. Sugli altri due, Corea del Nord e Turkmenistan, la comunità scientifica è scettica. Gli esperti dubitano dell'accuratezza dei loro dati sanitari e della volontà di renderli pubblici. 

Composte da 15 piccole isole nel Pacifico meridionale a oltre 3.000 chilometri dalla Nuova Zelanda, le isole Cook sono riuscite a salvarsi dal coronavirus imponendo la quarantena obbligatoria all'ingresso e il divieto temporaneo di imbarcazioni nei suoi porti, comprese le navi da crociera. 

Regole ferree anche per le Samoa Americane, nel pacifico meridionale, che un anno fa hanno chiuso i confini persino ai residenti che si trovavano all'estero. Gli isolani sono potuti tornare a casa soltanto due settimane fa. 

Si è salvato dal covid anche Narau, terzo paese più piccolo del mondo vicino a Kiribati. Poverissimo, con il più alto numero di persone in sovrappeso al mondo e un'aspettativa di vita inferiore ai 50 anni, se il virus vi fosse arrivato sarebbe stata una strage. 

Palau, composta da 300 isole e vicina alle Filippine, oltre a non aver registrato nessun caso di coronavirus potrebbe essere uno dei primi paesi al mondo a vaccinare tutta la popolazione.

A Sant'Elena, territorio britannico nell'oceano atlantico e uno dei luoghi più remoti al mondo, sono stati imposti i tamponi a chi arriva e chi lascia l'isola.

Certo favoriti dalla loro posizione geografica, da Tonga a Tuvalu questi territori sono riusciti a salvarsi dalla pandemia solo così: chiudendo porti e aeroporti, imponendo quarantena e, in alcuni casi, lockdown. 

Diversa la situazione di Corea del Nord e Turkmenistan, i cui dati sono stati contestati dalla comunità scientifica. Kim Jong Un ha imposto restrizioni rigidissime alla popolazione che hanno colpito ulteriormente una situazione economica già in condizioni critiche. Per qualcuno, inoltre, il fatto che confini con Cina e Corea del Sud rende improbabile l'assenza di casi di covid. -


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