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La coalizione progressista conquista due grandi città al primo turno, mentre Taranto e Matera si preparano al secondo round elettorale con il centrosinistra in vantaggio.
Si conferma una netta affermazione del centrosinistra nelle elezioni amministrative 2024: Genova e Ravenna si colorano nuovamente di rosso già al primo turno, evitando il ballottaggio e consolidando la presenza delle forze progressiste. Nei 126 Comuni italiani coinvolti, con oltre 2 milioni di elettori chiamati alle urne, l’affluenza ha registrato un incremento, raggiungendo il 54,42%, ben al di sopra del 47,17% della tornata precedente.
A Ravenna, il risultato è stato chiaro fin da subito: Alessandro Barattoni, esponente del Partito Democratico e segretario provinciale dal 2017, ha ottenuto il 57,6% dei consensi, staccando nettamente Nicola Grandi (centrodestra, 25%) e Alvaro Ancisi (Lega, 7,1%). Barattoni ha potuto contare su una coalizione ampia che ha visto insieme il Pd, M5s, Verdi e Sinistra, e varie liste civiche, tra cui Ama Ravenna e Progetto Ravenna, nonché forze moderate come Azione, Italia Viva e +Europa.
Anche a Genova si registra un successo simile: Silvia Salis, già vicepresidente del CONI e figura di punta del campo progressista, è in vantaggio con il 53,5%, superando Pietro Piciocchi, candidato del centrodestra, fermo al 41,4%. Un risultato che segna una rivalutazione del centrosinistra in città, dopo la delusione delle regionali dello scorso ottobre, dove il centrodestra si era confermato alla guida della Liguria.
Situazione diversa, invece, nei capoluoghi del Mezzogiorno. A Taranto, si andrà al ballottaggio tra Pietro Bitetti (centrosinistra), che oscilla tra il 37% e il 41%, e Luca Lazzaro (centrodestra senza la Lega), fermo tra il 20% e il 24%. In questa sfida peserà l’apporto di eventuali alleanze nel secondo turno, previsto per l’8 e 9 giugno.
A Matera, il candidato riformista Roberto Cifarelli è in testa con una forchetta tra il 44,5% e il 48,5%, ma non abbastanza per vincere al primo turno. Dietro di lui, il candidato del centrodestra Antonio Nicoletti, stimato tra il 31,5% e il 35,5%, tenterà di colmare il divario nelle prossime settimane.
Queste elezioni rappresentano un test politico cruciale per gli equilibri nazionali, soprattutto in vista delle prossime sfide amministrative e regionali. Il centrosinistra, seppur ancora frammentato in alcune aree, mostra segnali di ripresa e compattezza, mentre il centrodestra si trova a dover riorganizzare la propria strategia, soprattutto nei territori dove ha scelto candidati senza l’appoggio delle componenti principali della coalizione.