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Sei vittime e 18 persone infettate per un presunto batterio killer in sala operatoria. Sono scattate questa mattina le ispezioni di tutte le cardiochirurgie del Veneto in merito al caso delle infezioni da micobatterio chimera che si sarebbero verificate all'ospedale Bortolo di Vicenza forse attraverso la macchina 'cuore-polmone'. Una vicenda, su cui vige tuttora il massimo riserbo, che è emersa dopo la denuncia dei parenti di Paolo Demo, l'anestesista morto il 2 novembre scorso in seguito ad una presunta infezione causata dal batterio. Ma le morti sospette sarebbero a tutt'oggi sei tra Vicenza, Padova e Treviso, per un totale di 18 persone infettate. Casi su cui stanno indagando gli ispettori della Regione Veneto, inviati dall'assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, e che dovranno stendere una relazione definitiva sulla vicenda.
"Abbiamo proseguito il percorso iniziato già da tempo da mio marito che aveva redatto una ricerca su questa vicenda, e lo abbiamo consegnato al nostro avvocato". Così la moglie del dottor Paolo Demo conferma all'Adnkronos la presentazione di un esposto in Procura, dopo la morte del marito, anestesista dell'ospedale San Bortolo di Vicenza. Il sospetto è che il medico sia stato stroncato dal batterio Mycobacterium Chimaera, che due anni prima lo aveva infettato in sala operatoria, durante un intervento a cuore aperto di sostituzione della valvola cardiaca. Il medico aveva scoperto che il batterio Chimaera si era inserito nel macchinario per il riscaldamento del sangue in uso nelle sale operatore. Il dottor Demo aveva allora iniziato a scrivere un diario per documentare l'evolversi dell'infezione, con esito fatale nel 50 per cento delle infezioni, e alla sua morte il 2 novembre scorso, il memoriale è stato affidato dalla famiglia all'avvocato di fiducia, per la presentazione di un esposto alla locale Procura della Repubblica.